VOCE
adria
08.01.2025 - 17:58
“Alle porte di Adria, al confine con i comuni di Loreo e Cavarzere, potrebbe sorgere un nuovo impianto agrivoltaico della potenza di 46,66 MWp su circa 86 ettari di terreno”: è quanto afferma Legambiente auspicando prima di tutto che su questo e altri impianti, per i quali sono in corso le autorizzazioni, possa aprirsi un dibattito pubblico affinché la cittadinanza ne sia prima di tutto a conoscenza e, conseguentemente, se ne possa valutare l’utilità o meno.
“Per dare un riferimento - puntualizza la nota degli ambientalisti - l’impianto sito a Loreo - Volta Grimana realizzato attorno al 2010 e ben visibile dall’argine del Po, è da 12,5 MWp su una superficie di 35 ettari. Un altro impianto da 90 MWp su 119 ettari è proposto a ridosso di via Traversagno, strada che conduce a Bellombra”.
Questo impianto si va a sommare agli “altri” già proposti in zona. Allora Legambiente si chiede: “Ma quanti e quali sono gli altri? Abbiamo bisogno di tutti questi impianti? La produzione agricola ne risentirà? Che impatto avranno sul territorio?”.
E ancora: “Nel solo comune di Adria ci risultano dieci richieste, quasi sicuramente errate per difetto, di impianti in fase di Via al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) o in fase di Via Regionale, per circa 466 ettari di terreno e 315 MWp di potenza installata. Alcuni di questi sono anche dotati di sistemi di accumulo, per circa 150 MWh. Questi impianti coprirebbero circa un 4% del territorio comunale e, sulla base delle stime dei consumi desumibili da Istat e delle produzioni attese, consentirebbero di soddisfare circa il 50% del fabbisogno elettrico annuale di tutta Adria”.
Secondo Legambiente “quando si parla di agrivoltaico è certamente fondamentale distinguere tra impianti ben progettati e realizzati con un approccio integrato e progetti che invece non tengono conto delle specificità del territorio e delle esigenze degli agricoltori che aprono la porta al rischio di speculazioni che non hanno a cuore né il territorio né l’agricoltura. Purtroppo, a leggere i piani agronomici proposti con numerosi di questi impianti, nascono delle perplessità sulla reale valenza agricola”.
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