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adria
13.01.2025 - 19:09
Sara Bertante Crepaldi
Sono stati i suoi ex studenti, e non poteva essere diversamente, i primi a ricordare la professoressa Sara Bertante Crepaldi nel giorno dell’ultimo saluto nella basilica della Tomba.
Tra questi il sindaco Massimo Barbujani che, insieme a Massimo Veronese e Maurizio Zagato, ha ringraziato “per gli insegnamenti ricevuti da una prof esigente ma sempre disponibile e rispettosa, oltre a condividere con noi ragazzi della quinta D momenti di allegria”.
Subito dopo Sabrina Visentini di un’altra annata della quinta D, rievocando “quel primo giorno di scuola quando abbassammo le persiane dell’aula e in tutta risposta l’insegnante iniziò a declamare alcuni versi della Divina commedia”. Un chiaro segnale che per quegli alunni si annunciavano tempi “duri”. Ma con animo riconoscente Sabrina ha ammesso che “grazie al tuo impegno e determinazione abbiamo raggiunto quello che volevi”.
Testimonianze tanto toccanti quanto sincere a conferma di quei saldi rapporti umani che Sara ha saputo costruire nei tanti anni di insegnamento nelle scuole medie e superiori cittadine, ma anche negli altri ambiti del suo impegno sociale e culturale, in modo particolare nell’associazionismo cattolico a fianco del marito Livio. Nonostante da lungo tempo vivesse appartata, anche a causa della malattia, in un gelido pomeriggio di metà gennaio, tante persone hanno voluto dare l’ultimo saluto a una donna che per decenni ha saputo essere punto di riferimento per il mondo culturale adriese e non solo.
Il rito delle esequie è stato celebrato da don Simone Finotti. Nell’omelia il sacerdote ha richiamato le parole sconvolgenti di Maria di Magdala: “Ho visto il Signore!”. E subito ha aggiunto: “Anche noi oggi testimoniamo ciò che abbiamo visto: testimoniamo la presenza del Signore nei piccoli gesti di bene nascosti nella vita della nostra sorella Sara, nella sua allegria, bontà, grinta, gioia che sempre ci ha dimostrato, nel suo testimoniare la fede, anche con l’impegno nell’Azione cattolica, nel testimoniare la vita donata da Dio anche attraverso il servizio al Centro aiuto alla vita, e tutti quegli aspetti della vita a cui teneva, nel valorizzare la figura della donna, come il Centro italiano femminile”.
E ancora: “Il grande valore della famiglia che sin da piccola è stata la sua prima preoccupazione, con il prendersi cura della sorella Luisa e il papà, poi la testimonianza di moglie con Livio per oltre 70 anni di matrimonio, di mamma con i figli, i nipoti, i pronipoti, poi i suoi studenti, che sono diventati la sua seconda famiglia”.
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