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SINDACATI

Metalmeccanici, sciopero e sit-in

Alta adesione nelle industrie polesane. “Chiediamo anche la riduzione dell’orario di lavoro”

Metalmeccanici, sciopero e sit-in

ROVIGO - Un blocco di circa 200 lavoratori del settore metalmeccanico mercoledì mattina, in una piazza Duomo blindata dalle forze dell’ordine, ha sfidato il freddo per manifestare davanti alla sede rodigina di Confindustria.

Sotto alle bandiere e ai gazebo delle sigle confederali e delle sigle di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil si sono assiepati per oltre un’ora gli operai e le operaie delle principali industrie del territorio che hanno scelto di incrociare le braccia, fermando le produzioni per otto ore facendo sentire la propria voce. Tante voci, centinaia, che insieme hanno chiesto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. In altre parole: dignità. Dignità che si traduce in aumenti di salario e ridimensionamento dell’orario di lavoro a parità di salario, nel colmare le differenze salariali fra uomini e donne, nel contrasto alla precarietà e negli investimenti per la sicurezza. Tutte richieste che erano state inserite nella piattaforma presentata dai sindacati a Federmeccanica al tavolo di contrattazione. Ma poi, come è stato più volte ricordato, la trattativa è stata interrotta dalle organizzazioni sindacali quando c’è stata la presentazione da parte di Federmeccanica e Assistal di una contropiattaforma in contrapposizione alle richieste e ai principi espressi in quella di Fim, Fiom e Uilm.

Di fronte a tutto questo, è scattata la mobilitazione e sono stati proclamati gli scioperi del settore che, in Veneto, sono iniziati lo scorso 13 dicembre toccando, nel giro di un mese, tutte le province fino ad approdare mercoledì nel capoluogo polesano. “La proposta che ci è stata presentata da Federmeccanica è inaccettabile - ha tuonato al microfono Davide Benazzo di Fiom Cgil - oggi credo sia una bella giornata perché, come mondo del lavoro, come aziende e come lavoratori del metalmeccanico abbiamo una dignità. Chiediamo a Federmeccanica di tornare al tavolo ma partendo dalla piattaforma che abbiamo presentato noi”.

Mirko Bolognesi della Uilm Uil, invece, è entrato nel dettaglio: “I lavoratori raccolti in piazza per i propri diritti sono un segnale forte e Confindustria ci sta guardando. Oggi i salari non ci permettono di vivere dignitosamente: su 22 Paesi in Europa siamo l’unico che vede i salari abbassarsi. E 40 ore settimanali sono troppe. E’ indispensabile diminuirle per allargare il numero di lavoratori sennò si crea un problema sociale. Va combattuto il precariato e abbiamo mille morti all’anno sul posto di lavoro”.

Dal canto suo Nicola Panarella della Fim Cisl Veneto ha sottolienato: “Non hanno riconosciuto minimamente le nostre richieste e la situazione del settore. Per portare a casa i risultati bisogna essere qua e dimostrare a Federmeccanica che i lavoratori ci sono”.

Tra gli altri interventi particolarmente significativo quello di Thomas Cattin, delegato Fiom alla Draxton: “Nei giorni scorsi - ha annunciato - nella nostra azienda è stata avviata la procedura di licenziamento per 22 lavoratori su un organico di 140 dopo che già non erano stati rinnovati i contratti a termine”. Stando ai numeri della manifestazione, hanno aderito allo sciopero i lavoratori di Draxton, FemiCz, Rpm, cantieri navali Visentini e Irsap dove la produzione si è completamente fermata. Ad Asfo l’adesione è stata del 70%, all’Intrac del 40%.

Ai lavoratori in sciopero è arrivata la solidarietà della sezione rodigina di Sinistra italiana-Avs, che con Serena Gregnanin ha detto: “Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le lavoratrici e lavoratori dell’industria metalmeccanica. Siamo al vostro fianco perché si arrivi alla riapertura di un tavolo di confronto e rinnovo equo del vostro contratto”.

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