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"Non può essere uno spacciatore: è troppo ricco"

Sentenza di assoluzione per un imprenditore trevigiano

Il bazar della cocaina era in città

La recente assoluzione di un benestante 54enne di Conegliano, accusato di detenzione e spaccio di droga, ha sollevato un polverone di discussioni e riflessioni. La motivazione del giudice per le indagini preliminari, che ha ritenuto l'uomo "troppo ricco per spacciare", ha suscitato perplessità e acceso il dibattito pubblico. Ma cosa si cela dietro questa decisione?

Tutto ha inizio nel giugno del 2023, quando i carabinieri, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura di Venezia, trovano nella casa del 54enne e della moglie una quantità significativa di stupefacenti: 42 grammi di cocaina, 32 grammi di eroina e 8 grammi di hashish. Secondo il pubblico ministero Massimo De Bortoli, questi quantitativi, già suddivisi in dosi, erano destinati al mercato illegale. Tuttavia, la difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandra Nava, ha sostenuto che la droga fosse per uso personale, una tesi che il giudice ha accolto.

La linea difensiva si è basata sull'argomento che l'imputato, grazie alla sua attività imprenditoriale, non avesse bisogno di ulteriori guadagni derivanti dallo spaccio. "Non ho certo bisogno di quei 30-40 euro in più", ha dichiarato l'uomo in tribunale. Questa affermazione, sebbene possa sembrare paradossale, ha trovato accoglimento nel giudizio finale, portando all'assoluzione dell'imputato.


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