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LE GRANDI PARTITE

Stallo per Tribunale e Silvestri

Il Comune attende che dal governo ci siano aggiornamenti sui maxi progetti

Stallo per Tribunale e Silvestri

Tutto tace in attesa che a Roma qualcosa si muova. Perché i grandi progetti che hanno Rovigo come epicentro, ossia il nuovo tribunale in vicolo Donatoni che sorgerà, secondo i programmi, negli spazi dell’ex questura e la conversione dell’ex caserma Silvestri, attualmente un enorme vuoto urbano delle dimensioni di 30mila metri quadrati con al suo interno 17 edifici, in una “Cittadella storico archivistico erariale” sembrano fermi al palo. “Stiamo aspettando che da Roma ci arrivino delle novità” spiega l’assessore all’urbanistica Andrea Bimbatti. Per ora, però, sembra tutto in stallo.

La partita della riqualificazione dell’ex caserma Silvestri è gestita dall’Agenzia del Demanio che, terminati i lavori per i quali è stato messo a disposizione un investimento da circa 35 milioni di euro, dovrebbe restituirla alla città in una nuova veste. Di sede dell’Agenzia delle entrate, con i suoi circa 140 dipendenti, dell’Archivio notarile, dell’Archivio di Stato di Rovigo e di gran parte degli archivi collegati all’Archivio di Stato di Mestre. Nella riqualificazione è coinvolto anche il Comune sulla base di un accordo di programma che prevede la coprogettazione e l’assegnazione alla città di almeno due spazi interni dell’ex caserma: uno adibito a parcheggio ed uno votato a parco pubblico.

Quanto al nuovo tribunale, il Comune che non è coinvolto nella progettazione è in attesa da circa un anno di vedere sulla carta come sarà il nuovo Palazzo di giustizia. I tempi della progettazione si sono, infatti, allungati quando la Procura ha richiesto l’assegnazione di maggiori spazi per i propri lavoratori. Un lavoro ulteriore che è andato ad aggiungersi alla già prevista riqualificazione dell’attuale sede del tribunale. Tutto questo sulla base dell’idea di proporre un unico piano di costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia da un lato e di ristrutturare l’attuale sede di via Verdi dall’altro.

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