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Villa Mecenati sarà sistemata

La fondazione avrebbe trovato i soldi per i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza

Villa Mecenati sarà sistemata

Sicuramente un gran pasticcio ma almeno con un lieto fine: quanto prima dovrebbero iniziare i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di Villa Mecenati che ospita il conservatorio Buzzolla. A quanto pare la fondazione Mecenati avrebbe trovato quei finanziamenti, di cui prima non disponeva e ai quali sembrava impossibile accedere, per avviare i lavori per una spesa che si aggira su 1 milione di euro. Forse anche qualcosa di più.

E proprio le difficoltà o impossibilità per la fondazione di accedere ai finanziamenti avevano portato ente e Comune a stilare un patto che prevedeva il passaggio di proprietà di Villa Mecenati al patrimonio comunale. La road map per l’operazione sembrava definita, ma probabilmente non tutto era chiarito, o forse qualcuno ha giocato con qualche carta coperta.

Così nel giro di 48 ore alla dura presa di posizione di Luciano Fantinati presidente della fondazione, il quale non aveva specificato se parlava a nome dell’intero cda, arriva l’altrettanto dura replica dell’assessore al patrimonio Giorgio Crepaldi che più di tutti si era speso per l’operazione.

“Spiace leggere sulle colonne dei quotidiani – esordisce - le parole di Fantinati, le quali forniscono una versione distorta e strumentale della realtà. Evidentemente, il presidente ha dimenticato il ruolo e la funzione della stessa fondazione, dimostrando di rispondere più a logiche di partito che al bene e agli interessi della città”. Allora ricorda che “già nell’autunno del 2023 la giunta partecipava a diversi incontri con il cda della fondazione e con la direzione del conservatorio al fine di comprendere come i tre soggetti (Comune, fondazione e conservatorio) potessero agire congiuntamente per risolvere alcuni urgenti problemi strutturali di Villa Mecenati. Non solo la struttura necessitava di importanti interventi, per i quali fondazione non disponeva di somme sufficienti, altresì la collocazione del conservatorio all’interno di un immobile privato (villa Mecenati è di proprietà della fondazione) faceva sì che la scuola non potesse accedere a bandi ministeriali, i quali non prevedevano l’impiego di soldi pubblici su immobili privati. Mentre il conservatorio di Rovigo e quello di Venezia ricevevano finanziamenti milionari, quello di Adria non veniva considerato proprio per avere la sede in un immobile di proprietà privata e non pubblica”.

Spiega Crepaldi: “Per risolvere la complessa situazione, si decideva che la fondazione avrebbe trasferito Villa Mecenati al patrimonio comunale e che poi l’amministrazione comunale avrebbe stipulato un accordo con il conservatorio. Tale soluzione avrebbe consentito a Comune e conservatorio di accedere a finanziamenti pubblici importanti per eseguire quegli interventi che la fondazione non era stata in grado di svolgere, nonostante vi fosse legalmente obbligata nella sua qualità di proprietario. Al fine di concretizzare tale risultato, nel febbraio 2024, la fondazione protocollava la propria delibera di cda con cui disponeva la cessione della villa al patrimonio comunale, senza imporre alcun onere o termine. A quella delibera del cda seguiva delibera di giunta che acconsentiva al ritorno di proprietà di Villa Mecenati.

Tuttavia, nonostante gli atti e il percorso già avviato, il presidente Fantinati comunicava, nella primavera del 2024, che la fondazione, contrariamente alla sua stessa delibera, era disposta a restituire l’immobile solamente se l’amministrazione comunale si fosse impegnata ad eseguire gli interventi strutturali entro un determinato termine, comunque non superiore al mandato dell'amministrazione stessa. Proponendo quella che in gergo tecnico è definita donazione modale, la fondazione pretendeva che le manutenzioni e gli interventi straordinari mai da ella stessa eseguiti, e stimati in circa 1 milione di euro, venissero eseguiti dal Comune, quindi a spese dei cittadini adriesi, in un massimo quattro anni. In caso contrario, se cioè ciò non fosse stato possibile, la villa sarebbe ritornata di proprietà di fondazione”.

A questo punto l’assessore osserva: “Appare evidente che una simile pretesa, e con tali modalità, non potessero essere prese in considerazione dall'amministrazione comunale. E difatti, gli interventi straordinari spettano al proprietario (quindi la fondazione) che, nel caso di specie, non essendo in grado di farvi economicamente fronte, richiedeva l'aiuto del Comune pretendendo, altresì, di cadenziare i tempi in maniera legalmente perentoria. Una richiesta evidentemente più politica che votata al bene della città”.

Ed ecco l’affondo di Crepaldi: “Non corrisponde a verità neppure il fatto che l’amministrazione abbia chiesto alla fondazione di restituire tutto il proprio patrimonio immobiliare ed economico. Villa Mecenati, difatti, in origine perveniva al Comune a fronte del lascito testamentario dei coniugi Ferrante e Rosita Mecenati. Tale lascito si componeva sia di beni immobili sia di somme di denaro. La volontà dei coniugi, espressa nello stesso testamento, era quella che parte delle somme fossero impiegate per la manutenzione degli immobili lasciati. Una decisione saggia e oculata da parte dei coniugi che, contrariamente al cda della fondazione, comprendevano che una villa di simile pregio necessitasse di importanti interventi. L’amministrazione chiedeva alla fondazione, pertanto, esclusivamente di rispettare la volontà dei Mecenati, ossia di restituire sia la villa sia le somme che i coniugi stessi avevano previsto per la manutenzione dello stesso immobile. Al contrario, non si comprenderebbe perché la fondazione dovrebbe trattenere tali somme destinate alla manutenzione di un immobile non più in sua proprietà”.

Conclusione: “L'amarezza per l'attacco strumentale e politico del presidente Fantinati è però temperata dalla felicità nell’apprendere che lo stesso cda della fondazione eseguirà i lavori di ristrutturazione della villa entro quest'ultimo anno di mandato in carica. Come amministrazione comunale convocheremo con urgenza il presidente al fine di avere il cronoprogramma delle manutenzioni che, finalmente, il proprietario intende eseguire”.

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