VOCE
SALUTE
22.01.2025 - 06:19
Le classi sono decimate e anche alcuni uffici. Invece gli studi medici cominciano ad affollarsi. Il picco influenzale è arrivato anche in Polesine e nelle prossime settimane febbre, dolori articolari, spossatezza, tosse e rimedi saranno gli argomenti all’ordine del giorno nelle chat, in farmacia e tra i gruppi di svago o di lavoro.
Quest’anno i sintomi sono particolarmente persistenti e tendono a preoccupare: temperature anche sopra i 39, e febbre alta anche per una settimana intera. L'esordio dei sintomi influenzali è solitamente improvviso. L'influenza è caratterizzata dalla presenza di: febbre elevata ad esordio brusco (38-40 gradi, dura almeno 3-4 giorni); brividi di freddo accompagnati da sudorazione; mal di testa (presente nell'80% dei casi). Dolori ossei e muscolari diffusi in tutto il corpo; debolezza fisica; sonnolenza. Tra i sintomi respiratori: naso chiuso o che cola; mal di gola; starnuti; tosse secca (non catarrale); dolori al petto durante la respirazione, anche piuttosto intensi. In qualche caso, possono manifestarsi congiuntivite, fotofobia (fastidio per la luce) e sintomi gastrointestinali, tra cui riduzione dell'appetito, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali.
I ceppi C’è l’influenza H1N1, c’è l’australiana H3N2, ci sono i virus paranfluenzali: nell’aria che respiriamo durante questa stagione invernale si muovono diversi virus che combattono per prevalere. Accade in un momento in cui SARS-CoV-2, patogeno da cui nasce l’infezione Covid, sembra aver abbassato del tutto la testa: fa pochi contagi perché (era l’obiettivo di 4 anni fa) è diventato endemico. Secondo l’ultimo bollettino di RespiVirNet-Sorveglianza integrata dei virus respiratori dell'Istituto superiore di sanità in Veneto le persone colpite da influenza sono 11,9 ogni mille assistiti. Ma il report è fermo al 12 gennaio, mentre negli ultimi 10 giorni il dato è sicuramente salito.
L’Ulss 5 monitora l’andamento dell’influenza a livello provinciale e il direttore Pietro Girardi conferma: “Il picco c’è e ce lo confermano i medici di medicina generale perché sono la prima frontiera dello stato di salute della popolazione. Manca tanta gente nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle piccole comunità. Bisogna fare attenzione, senza drammatizzare, visto che si tratta di un’influenza un po’ più fastidiosa con diverse manifestazioni, sia di tipo gastroenterologico, che a livello di vie aeree e respiratorie”.
“Era previsto che verso fine gennaio ci sarebbe stato il picco influenzale - spiega Francesco Noce, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo e guida della Federazione regionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri della regione Veneto - Si presenta con i soliti sintomi influenzali e bisogna stare attenti soprattutto per le persone fragili e gli anziani. Per la vaccinazione si è ancora in tempo, ci vuole qualche giorno perché abbia effetto. Con quattro ceppi influenzali e sindomi parainfluenzali dovuti ad altri virus è facile nella stagione invernale essere soggetti a malessere di tipo virale”.
La raccomandazione è sempre la stessa anche da parte dal dg dell’azienda sanitaria polesana: “Attenzione e alle persone fragili e agli anziani. Molti pazienti anziani vanno in scompenso in seguito ai sintomi influenzali e dunque vengono trattenuti in ospedale - spiega ancora Girardi -mentre i giovani con febbre alta e astenia vengono dimessi dai pronto soccorsi con terapia a domicilio. Da qualche giorno che abbiamo una frequenza leggermente superiore alla media dei posti a disposizione. Anche se non si registra una particolare sofferenza”.
Osserva un fenomeno ancora alla fase iniziale, ma sicuramente in crescita il medico pediatra Massimo Pasqualini, che è segretario Fimp Rovigo che segue i bambini dell’Alto Polesine. “Oltre che a consigliare vivamente la vaccinazione - sottolinea il medico - che è buona cosa nei bambini tra i sei mesi e i sei anni, in caso di influenza noi raccomandiamo di idratarsi molto, di stare a riposo di usare antipiretici per abbassare la temperatura. Sicuramente non si danno antibiotici a meno che non insorgano complicanze come bronchite e broncopolmonite. Ribadisco, tutavia, che la vera prevenzione è aver fatto il vaccino. E fortunatamente noi siamo il territorio in Veneto con uno fra i più alti tassi di adesione alla vaccinazione, sia nella fascia degli anziani, sia tra i bambini. Questa prevenzione vita e riduce l’incidenza di altre patologie. E se i piccolini da 0 a sei mesi non si possono vaccinare, consigliamo di farlo ai genitori”.
“Si pensava che il momento clou sarebbe stato il periodo natalizio, e invece il picco si è un po’ più spostato e rispetto alle prime settimane di gennaio sta aumentando l’incidenza dei casi di influenza per mille assistiti”. A dirlo è il direttore del Uoc di Igiene e Sanità Pubblica della Ulss 5 polesana Federica Fenzi. “Noi come Sisp riceviamo le segnalazioni di tutte le malattie infettive di chi è ospedalizzato e rispetto ai ricoverati non c’è un’alta incidenza e non c’è impatto sui ricoveri. Nè riceviamo segnalazioni da parte dei medici di medicina di base rispetto a carichi di lavoro. Di fatto è un andamento epidemiologico normale per questo periodo” .
Anche per Fenzi la prima prevenzione è la vaccinazione: “Rovigo fortunatamente ha risposto benissimo alla campagna vaccinale, e al 14 gennaio era tra le migliori province del Veneto. Specialmente tra gli over 65 abbiamo un’ottima risposta e abbiamo raggiunto gli obiettivi di copertura su anziani e fragili. Grazie anche alla disponibilità a somministrare i vaccini ricevuta dai medici di base, dai pediatri e dalle stessse farmacie”. Aggiunge il direttore: “La vaccinazione dà ottimi risultati crediamo che sia una misura prioritaria, ancorché stagionale. C’è ancora tempo per vaccinarsi, perché anche a febbraio e marzo ci sono piccole ondate”.
In caso di sintomi influenzali, cosa fare? “Innanzitutto per precauzione è bene lavarsi spesso le mani, tossire nella piega del gomito - sottolinea il direttore generale di Ulss 5 Pietro Girardi - usare perché no, le mascherine, se si vanno a visitare o se si hanno in casa persone anziane o particolarmente fragili. Queste sono le solite precauzioni dettate anche dal buon senso”.
In caso di influenza: “Stare a riposo, non fare gli eroi - è il consiglio di Girardi - non sottovalutare i sintomi e stare al caldo, utilizzare farmaci sintomatici come il paracetamolo e fluidificanti per la tosse. Se i sintomi sono influenzali, non bisogna usare gli antibiotici. Questi ultimi vanno somministrati solo su consiglio medico, se insorge complicanza batterica”.
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