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Badia polesine

Valente Crocco, salto nel futuro

A Salvaterra, ecco orti urbani e catalogazione digitale di fondi

Valente Crocco, salto nel futuro

Attività sociali e promozione dell’immobile tra le linee guida alla base della nuova intesa tra Comune e Ats Salvaterra per la gestione dell’ex villa Valente Crocco, bene sottratto alla mafia e rinato come Casa della cultura e della legalità.

A qualche settimana dalla conclusione dell’iter per l’affidamento della villa, il Comune ufficializza la nomina dell’associazione Ats Salvaterra, rappresentata da Remo Agnoletto, quale soggetto partner per la co-progettazione. La stipula, infatti, è stata preceduta da un avviso di selezione pubblica finalizzato all’individuazione di un organismo per la co-progettazione mirata alla gestione e alla definizione del progetto d’uso dell’immobile di via dei Partigiani nell’ambito della destinazione a fine sociale.

“Lo scopo del progetto di gestione, siglato tra il Comune di Badia e l’Ats Salvaterra è quello di aumentare la visibilità delle iniziative legate al bene - commentano dal Comune - nell’ambito di un più ampio circuito nazionale dei beni confiscati alla mafia”. Le linee guida inerenti alla progettazione riguardano ambiti culturali e sociali, allo scopo “di incrementare la fruizione del patrimonio culturale e architettonico del Comune, attraverso la programmazione di eventi e lo sviluppo di percorsi turistici e didattici per valorizzare gli itinerari del territorio”.

Nella programmazione, dovranno poi essere inserite “attività formative e campi di volontariato, rivolti agli istituti scolastici, con un focus sulle tematiche della legalità, cittadinanza attiva, coesione sociale, solidarietà, pace e non violenza”, oltre alla “promozione dell’accesso alla biblioteca della villa e la collaborazione con la biblioteca civica Bronziero”.

Stando a quanto concordato tra Comune e Ats Salvaterra, è poi prevista “l’individuazione di percorsi di pubblica utilità da inserire nell’ambito dei progetti di gestione del terreno, orti sociali, apicoltura, ma anche attività di catalogazione e digitalizzazione dei fondi librari e dell’emeroteca”. Si dovrà poi puntare alla valorizzazione degli spazi interni ed esterni, attraverso una “ricerca su villa Franzolin, al fine di restituire la storia architettonica e sociale dell’immobile, compresa la parte che ha preceduto la confisca” e “la prosecuzione e implementazione delle attività di gestione del terreno scoperto per la sperimentazione di piccole esperienze di agricoltura sociale, attraverso la realizzazione di percorsi didattici e corsi di formazione nello spazio verde Giardino della pace e l’attività di apicoltura sociale”.

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