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giorno della memoria

Il dovere di dire "Mai più"

Il prefetto: no a antisemitismo e negazionismo

“Abbiamo tre doveri nel ricordare tutti i giorni, uno morale, uno spirituale, uno materiale. Morale per garantire una linea etica all’umanità, spirituale per connetterci con ciò che non è tangibile, materiale perché la memoria sia viva e concreta realtà. Questo ha a che fare anche con un’educazione culturale attenta, che parta dai più giovani e che arrivi alla società. Solo così possiamo prevenire e sensibilizzare, affinché tragici atti come quanto accaduto il secolo scorso, non accadano più”. Questo parte dell’intervento del rabbino capo della comunità ebraica di Padova Adolfo Aharon Locci, alla commemorazione del Giorno della memoria, ospitata ieri mattina alla Provincia di Rovigo.

Tante le autorità civili, religiose, militari e di istituti scolastici presenti all’evento. Il presidente della Provincia Enrico Ferrarese ha detto: “Abbiamo grande fiducia nelle nuove generazioni che si interrogano e sanno di avere una responsabilità, quella di far vivere la memoria perché certi fatti non accadano mai più”. Il discorso ha voluto sottolineare la fondamentale presenza delle scuole durante questa giornata, in particolare della classe IV B dell’istituto Viola-Marchesini, accompagnata dal professore Cesare Lamantea e dal dirigente Francesco Lazzarini. Durante la cerimonia, i ragazzi hanno portato riflessioni a partire dal testo “Di cosa parliamo quando parliamo di Anna Frank”.

Anche il prefetto, Franca Tancredi, si è rivolto agli studenti, ricordando l’importanza della commemorazione della ‘catastrofe’, traduzione italiana del termine Shoah e l’ondata di antisemitismo che purtroppo ha colpito negli ultimi anni e che è assolutamente da contrastare, insieme ai negazionismi. Un intervento è stato portato anche dall’assessore comunale Erika De Luca, che ha aggiunto: “Manteniamo viva la memoria per non dimenticare uno dei capitoli più tragici della storia dell’umanità”. Don Damiano Furini, vicario generale del vescovo Pierantonio Pavanello, ha citato alcuni brani tratti dall’autobiografia di Papa Francesco, tra cui: “La memoria non è solo ciò che ricordiamo, ma ciò che ci circonda”.

A seguire, la mattinata è proseguita con la cerimonia di consegna di sei medaglie d’onore a cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti, destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti a cura della prefettura di Rovigo con i sindaci dei rispettivi Comuni. Infine il corteo si è spostato da Palazzo Celio per le commemorazioni al cimitero ebraico di piazzale Soccorso, poi alla pietra d’inciampo di via Remigio Piva per terminare all lapide posta all’ingresso di piazzetta Annonaria in via X Luglio. La giornata della memoria ha dato modo di sensibilizzare la comunità per non dimenticare uno dei periodi più bui della storia del genere umano.

In sala consiliare il prefetto ha consegnato sei medaglie d’onore conferite dal Presidente della Repubblica alla memoria di cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti, che sono state ritirate dai loro familiari. I cittadini insigniti sono: Giulio Baruchello, di Bagnoli di Sopra, militare; Marino Carriero,di Ramodipalo, militare; Alfredo Daziale, di Lendinara, militare; Giuseppe Fiocco di Lozzo Atestino, militare; Giovanni Magon di Castelguglielmo, militare; Pasquale Visentin di Villadose, militare.

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