VOCE
l'allarme
27.01.2025 - 09:03
Le bollette sono destinate a raddoppiare di nuovo.
Dazi e rincari energetici, in arrivo la stangata per famiglie e imprese.
Gli imprenditori del Veneto stanno manifestando una crescente preoccupazione, non solo per gli effetti deleteri che l’introduzione dei dazi imposta dall'amministrazione Trump potrebbe avere sulle esportazioni anche della nostra regione, ma soprattutto per l’impennata dei costi energetici che rischiano di arrecare un danno economico all’intero sistema imprenditoriale del Veneto. Se quest’anno il prezzo medio del gas dovesse attestarsi sui 50 euro al Mwh, l’Ufficio studi della Cgia ha stimato l’aggravio in 1,5 miliardi di euro. Inoltre, è importante considerare che il combinato disposto di queste due problematiche potrebbe addirittura condurre anche l'economia veneta verso una fase di stagflazione. Qualora tale scenario dovesse materializzarsi, ci troveremmo di fronte a una situazione particolarmente critica.
Fino a quando i dazi non saranno ufficialmente introdotti, nessuno può stimare quanto penalizzeranno le nostre vendite negli Stati Uniti. Ricordiamo che il Paese a stelle e strisce rappresenta il terzo mercato di sbocco per le esportazioni del Veneto, con un valore che nel 2023 è stato di 7,5 miliardi di euro, pari al 9,1% dell’intero export regionale. È opportuno chiarire che l'introduzione dei dazi comporterebbe una contrazione delle esportazioni; tuttavia, si presuppone che le conseguenze economiche derivanti dall'aumento delle bollette siano più gravose rispetto a quelle generate dai dazi stessi, considerando che il costo del gas e dell’energia elettrica sono previste in aumento. L'intersecarsi di queste due criticità potrebbe addirittura dar luogo a una nuova recessione, uno scenario che, ovviamente, speriamo non si determini.
Per l'anno corrente si stima che il costo complessivo delle bollette possa gravare sul sistema imprenditoriale del Veneto per ulteriori 1,5 miliardi di euro rispetto al 2024, corrispondente a un incremento del 19,3%. La spesa totale prevista raggiungerebbe quindi i 9,5 miliardi: di questi 7,1 miliardi per l’energia elettrica e 2,4 miliardi per il gas. Tali stime provengono dall'Ufficio studi della Cgia e si basano sull'ipotesi di un prezzo medio dell'energia elettrica nel 2025 fissato a 150 euro per Mwh e del gas a 50 euro per Mwh; mantenendo così un rapporto di tre a uno tra le due tariffe come osservato nei bienni precedenti. Per quanto concerne i consumi energetici si fa riferimento ai dati del 2023 con l'assunzione che essi rimangano costanti nei successivi due anni.
Le conseguenze dell’aumento delle bollette potrebbero gravare pesantemente sui bilanci sia delle imprese sia delle famiglie, anche del Veneto. Tuttavia esiste un ulteriore aspetto negativo da considerare: potremmo assistere a un’impennata dei prezzi del gas e dell’energia capace di generare spirali inflazionistiche molto pericolose. È fondamentale ricordare che durante il biennio 2022-2023 la crisi energetica ha fatto impennare il caro vita, determinando una sostanziale erosione del potere d'acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati; senza trascurare l'incremento dei tassi d'interesse che ha ostacolato investimenti e crescita del Pil. Pertanto, l'effetto combinato della possibile recrudescenza della crisi economica che sta gravando su molti paesi europei, unitamente all'introduzione dei dazi e a una probabile nuova fiammata inflazionistica scatenata dal caro energia, potrebbe condurre anche il Veneto verso condizioni di stagflazione caratterizzata da una crescita del Pil attorno allo zero, accompagnato da livelli elevati d'inflazione.
Per scongiurare questa situazione così complessa cosa dobbiamo fare? Sperando nella “clemenza” del presidente Trump, per contrastare il rallentamento economico dobbiamo evitare il crollo dei consumi interni. Pertanto, è necessario introdurre a livello europeo un tetto al prezzo del gas. Poi è necessario spendere entro la scadenza (31 agosto 2026) le risorse del Pnrr ancora a nostra disposizione, 130 miliardi di euro.
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