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“Cara Anna”, lezione degli alunni

Monito del sindaco Barbujani: “Non si riduca a sterile retorica, ma un motore di cambiamento”.

“Cara Anna”, lezione degli alunni

Ogni anno la stessa canzone, stesse parole, stessa musica. Eppure ogni volta “Cara Anna” è qualcosa di diverso per le emozioni che suscita, per le riflessioni che sollecita, per l’inquietudine che provoca.

Soprattutto quando a cantarla sono i bambini. E ieri mattina è stata la volta degli alunni della primaria Anna Frank che hanno fatto risuonare l’inno della propria scuola in piazzetta san Nicola alla commemorazione promossa dall’amministrazione comunale per il “Giorno della memoria”.

Una mattinata intensa con momenti toccanti, soprattutto quando alcuni studenti, coordinati da Sofia Mariagiorgia Stecchi, hanno letto le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti dei campi di concentramento. La piazzetta era in larga parte occupata da alunne/i di primaria e medie dei comprensivi AdriaUno e AdriaDue.

La cerimonia è iniziata con la deposizione di una corona d’alloro portata dai due giovanissimi Giulia e Nicola davanti alla lapide che ricorda la Shoah, sulle note del “Silenzio”. Presenti i rappresentanti delle forze dell’Ordine, Corpi dello Stato e associazioni d’arma, combattentistiche e del volontariato. Presenti diversi assessori e consiglieri comunali, numerosa anche la partecipazione della cittadinanza.

Nel suo intervento, il sindaco Massimo Barbujani ha ricordato che “siamo testimoni di un’epoca che sembra non aver imparato dalle tragedie del passato. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia – ha ammonito – Il ricordo di ciò che è accaduto non deve solo essere un monito, ma un incentivo a lottare ogni giorno”. Ed ha concluso: “La nostra responsabilità è quella di fare in modo che la memoria non si riduca a una sterile retorica, ma diventi un motore di cambiamento”.

Prima di chiudere, il sindaco ha dedicato un pensiero particolare alla senatrice Liliana Segre e ad Arduino Nali, scomparso nel 2021, alpino, uomo della Resistenza, deportato a Mauthausen, per poi dedicare gran parte della sua esistenza a portare la propria testimonianze nelle scuole senza mai farsi prendere dall’odio o dallo spirito di vendetta.

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