VOCE
L'allarme
28.01.2025 - 07:14
Più che un taglio, una mazzata. Per le amministrazioni pubbliche del Polesine, i 50 Comuni e la Provincia, fra 2024 e 2029 ci sono 7 milioni in meno in 6 anni. Per la precisione, 7.030.987 euro. Il Comune capoluogo, da parte sua, dovrà rinunciare a quasi 1,7 milioni, contando anche quelli che già sono stati decurtati l’anno scorso.
Perché, con il “contributo alla finanza pubblica”, si aggiungono altri oneri che si sommano ai tagli previsti dalla spending review varata l’anno scorso, che in Polesine ha previsto 5,7 milioni di risorse in meno. Ora, dal 2025 al 2029 i comuni, le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della regione Sardegna assicureranno un contributo aggiuntivo pari a 140 milioni di euro per l’anno 2025, 290 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028 e 490 milioni di euro per l’anno 2029, di cui 130 milioni di euro per l’anno 2025, 260 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028 e 440 milioni di euro per l’anno 2029 a carico dei comuni e 10 milioni di euro per l’anno 2025, 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028 e 50 milioni di euro per l’anno 2029 a carico delle province e città metropolitane. Gli importi dovranno essere accantonati sulla parte della spesa corrente del bilancio di previsione.
Tutto questo in una terra che non è certo fra le più floride dal punto di vista socio-economico. Tecnicamente si chiama “Contributo alla finanza pubblica” ed il 23 gennaio scorso la Conferenza Stato-Città ha approvato lo schema di decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’interno, concernente i criteri e le modalità di determinazione di questo “contributo”, tutt’altro che volontario.
A chi è tentato di salutare il tutto con una scrollata di spalle, va ricordato che questi soldi servono a coprire le spese per i servizi comunali e che, in caso di difficoltà economiche, l’unica possibilità è quella di alzare le imposte municipali. Perché il “giochetto” romano è stato proprio questo.
L’anno scorso, per far quadrare i conti nazionali, si è scelta questa strada: “Ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica - si leggeva nel decreto convertito in legge nel febbraio di un anno fa - in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa pubblica e nel rispetto dei principi di coordinamento della finanza pubblica, nelle more della definizione delle nuove regole della governance economica europea, i Comuni, le Province e le città metropolitane delle Regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della regione Sardegna assicurano un contributo alla finanza pubblica pari a 250 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle province e delle città metropolitane”.
Ora, però, la cinghia si stringe ulteriormente. Nel 2024, quando è stato bellamente “scaricato” sulle spalle delle amministrazioni locali il peso del debito pubblico, per recuperare 200 milioni, sulle casse degli enti locali polesani si era abbattuta una scure da 5,7 milioni fra 2024 e 2028, utilizzando un duplice criterio: da un lato, l’incidenza della spesa corrente impegnata, al netto di quelle risorse impiegate per politiche sociali e per la famiglia, e dall’altro i finanziamenti ricevuti grazie al Pnrr.
Ora l’aggiunta del “contributo”, con quello particolarmente oneroso del 2029, che deve lasciare in cassa 440milioni di euro.
Per il 2025 il taglio per i Comuni Polesani è di 544.586 euro, che si somma no agli 877.555 euro della spending rewiew. Poi, per i successivi tre anni un altro milione, 1.089.173 euro, al quale si aggiunge il “contributo” per il 2029, la cui cifra è da far tremare i polsi: 1,84 milioni.
Guardando ai Comuni più grandi, Adria deve rinunciare a un totale di 444.766 euro, dei quali 124.928 euro nel 2029, mentre Porto Viro perde 345.904 spalmati nei sei anni, Porto Tolle 298.705, Occhiobello 281.417, Lendinara 270.733 e Rosolina 254.187.
A questi tagli si sommano poi quelli alla Provincia di Rovigo, che, considerando anche il 2024, perde 1.080.256 euro fino al 2029, praticamente raddoppiando il milione della spending review.
C’è poi un aspetto che rischia di far serpeggiare ancor più malumore: i tagli non si applicano ai Comuni in dissesto. Quindi, per dirla come va detta: chi è stato virtuoso paga anche per chi non lo è stato. Purtroppo un film già visto.
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