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veneto
30.01.2025 - 08:34
La città di Verona è stata recentemente scossa da una tragedia che ha lasciato un segno indelebile nella comunità. Una ragazza di soli 15 anni, Nora Jlassi, di origini italo-tunisine, è stata trovata morta in un appartamento abbandonato a San Bonifacio, in via Ambrosini. La giovane, che lottava da tempo contro la tossicodipendenza, potrebbe essere stata uccisa da una overdose. La madre, devastata dal dolore, ha espresso il suo grido di disperazione: "Me l'hanno uccisa, c'è un testimone". Le sue parole risuonano come un eco di dolore e richiesta di giustizia.
La madre della ragazza, che ha altre due figlie, ha raccontato tra le lacrime che la sua figlia più piccola non tornava a casa da giorni. Non era la prima volta che la giovane si allontanava per periodi prolungati. La madre ha cercato di raccogliere testimonianze per capire cosa sia accaduto realmente, e ha riferito che la figlia era stata vista prendere un treno con una donna brasiliana, diretta verso l'appartamento dove è stata trovata morta. In quella casa, secondo le testimonianze, erano presenti anche altri giovani, tra cui tre ragazzi marocchini.
Le indagini sono attualmente in corso, coordinate dal sostituto procuratore Carlo Boranga. Un cittadino nordafricano senza fissa dimora è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di aver venduto la dose fatale alla ragazza. Tuttavia, l'indagato non è ancora stato rintracciato e non sono state emesse misure cautelari nei suoi confronti. L'autopsia, che sarà condotta dalla dottoressa Federica Bortolotti, professoressa ordinaria di medicina legale all'Università di Verona, sarà cruciale per confermare la causa del decesso.
La madre ha dichiarato di aver cercato aiuto per la figlia per due anni, rivolgendosi ai servizi sociali e alle forze dell'ordine, ma di essere stata lasciata sola. La ragazza era stata accolta nella comunità di San Patrignano a soli 12 anni, nel tentativo di allontanarla da un ambiente violento e pericoloso. Tuttavia, la giovane era scappata più volte, sia dalla comunità che dalla sua abitazione, tornando dai genitori solo dopo alcuni giorni.
L'assessora alle politiche sociali di Verona, Luisa Ceni, ha espresso il suo rammarico per la tragedia, sottolineando la fragilità della gioventù odierna e la necessità di trovare risposte alternative alla droga. "La morte di questa ragazzina è uno choc per tutta la città", ha dichiarato, evidenziando l'importanza di un intervento tempestivo e mirato per prevenire simili tragedie in futuro.
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