VOCE
taglio di po
04.02.2025 - 07:59
“Il soggetto si è messo di spalle e si è ben nascosto”. Le indagini per individuare la persona o le persone che hanno agito nella notte tra giovedì e venerdì per abbattere il velox sulla Sp38 sono in corso e partono dalla visione della telecamera posta alla sommità dell’impianto di rilevazione della velocità, ma non saranno semplici, come avverte il vicesindaco di Taglio di Po Matteo Sacchetto, intervistato ieri ai microfono di Delta Radio nella trasmissione “Il Buongiorno della Voce”.
Sacchetto ribadisce: “Non si è fatto facilmente riconoscere voltava le spalle, visto l’intento delittuoso per il quale si stava muovendo. Quindi ha saputo agire con le cautele del caso”.
Impossibile lasciare l’auto di fronte al velox, perché non ci sarebbe lo spazio: “Anche sul fronte dell’auto si sta cercando di indagare e di scovare il soggetto - ha dichiarato il vicesindaco - l’indagine è a 360 gradi. Ci sono dei precedenti e la polizia giudiziaria sa come valutare sia i dati cinetici che cineantropometrici”.
Alla luce poi di una denuncia depositata alla Questura di Belluno da Gianantonio Sottile Cervini, che segue anche un blog Altvelox a tutela degli utenti della strada, il vicesindaco ribadisce: “L’amministrazione è per la legalità posso capire che dia fastidio ricevere delle multe, ma gli autovelox sono voluti dalla provincia per contrastare gli incidenti sulle strade e i picchi di velocità rilevati su quel tratto di strada sono tali e sconsiderati da aver reso necessario un impianto del genere. Sono lì per essere strumento preventivo. Inneggiare a questa figura come a un eroe che ha distrutto un bene pubblico lo trovo ingiusto. Qui ci sono stati incidenti mortali e i soldi per ripristinare il velox o per installarlo sono pubblici, e dunque dei cittadini”.
La denuncia, intanto, chiama in causa sia il sindaco Laila Marangoni che il vicesindaco e assessore ala viabilità e alla Polizia Locale Matteo Sacchetto. Con loro anche il comandante Maurizio Finessi e il presidente della provincia Enrico Ferrarese. Non ultima il prefetto di Rovigo Franca Tancredi. 27 fogli dattiloscritti in cui si ritengono questi soggetti “responsabili - tra gli altri - di falso in atto pubblico, di truffa, di omissione di segnali e di istigazione a delinquere.
A tal proposito, l’amministrazione incontrerà i legali del comune per capire che contromisure intraprendere.
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