VOCE
veneto
04.02.2025 - 20:30
Il 4 febbraio 2025 segna una data importante per la città di Padova, con l'istituzione di una "zona rossa" attorno alla stazione ferroviaria. Questa decisione, presa dal prefetto Giuseppe Forlenza, è il risultato di un comitato per l'ordine e la sicurezza che ha visto la partecipazione di figure chiave come il sindaco Sergio Giordani e il questore Marco Odorisio. Ma cosa significa realmente questa misura per la città e i suoi abitanti?
La direttiva del ministro dell'interno del 17 dicembre scorso ha aperto la strada alla creazione di zone rosse in aree urbane caratterizzate da un alto afflusso di persone e fenomeni di microcriminalità. A Padova, l'area interessata si estende tra le vie d’Avanzo, Trieste, Gozzi, Goldoni e Codalunga, fino al cavalcavia Borgomagno. Qui, il divieto di stazionamento sarà applicato a individui già noti alle forze dell'ordine per reati gravi, con l'obiettivo di migliorare la sicurezza pubblica. Ma è davvero questa la soluzione migliore? Il provvedimento, che durerà sessanta giorni, sarà sottoposto a valutazione per verificarne l'efficacia. Tuttavia, la domanda che molti si pongono è se queste misure siano sufficienti per risolvere problemi radicati nel tessuto sociale della città.
Il prefetto Forlenza ha sottolineato come l'ordinanza miri a ottimizzare i già efficaci dispositivi di prevenzione e controllo del territorio. Tuttavia, il sindaco Giordani ha evidenziato l'importanza di un approccio integrato, che includa non solo la sicurezza, ma anche la prevenzione, l'inclusione e la partecipazione sociale. In un contesto urbano complesso come quello della stazione di Padova, la collaborazione tra le forze dell'ordine e la comunità locale diventa cruciale. Le attività di prevenzione e inclusione sociale, infatti, sono parte integrante di un progetto di città sicura e aperta, dove diritti e doveri coesistono armoniosamente.
La città di Padova ha sempre puntato su un dialogo aperto con il terzo settore, le associazioni dei cittadini e le comunità straniere.
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