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METEO

Mai così caldo a gennaio in Polesine

Il 28 gennaio le temperature hanno fatto registrare il record storico mensile in tutto il Polesine

Torna il caldo africano: presto quasi 40 gradi

Non era mai stato così caldo. Alla faccia della merla.

Il 28 gennaio, infatti, è stato un giorno con un caldo del tutto anomalo, che ha fatto registrare diffusi record di temperature. In particolare, le massime hanno toccato valori mai raggiunti in quel mese da quando esistono le registrazioni Arpav. Con variazioni di oltre 2 gradi rispetto al precedente record, che era stato toccato nel 2016 e addirittura 10 gradi rispetto alla media stagionale per quel giorno.

A Trecenta la stazione Arpav ha registrato una massima di 18,8° C, mentre il precedente record, appunto nel 2016, era fissato a 16,5° C, a Rovigo, alla stazione di Sant’Apollinare, si sono toccati i 18,5 gradi, quasi 2,5 in più rispetto ai 16,1 del 2016, mentre a Bagnolo di Po la massima è stata 18,4° mentre il record storico, sempre nel 2016 era stato 17,2.

“Gli ultimi giorni di gennaio - spiega Arpav - sono stati caratterizzati da una certa dinamicità atmosferica e da un andamento termico piuttosto anomalo per il periodo, in controtendenza con le cosiddette ‘giornate della merla’ ovvero le più fredde dell’anno. In particolare tra 27 e 28 il Veneto è stato interessato dal passaggio di una saccatura di origine atlantica proveniente da ovest, accompagnata da una avvezione di venti caldo-umidi a tutte le quote dai quadranti meridionali che ha determinato un episodio perturbato”.

E, nella coda di gennaio, “le temperature si sono mantenute quasi sempre su valori ben superiori alla norma del periodo (in media +2/+4°C circa). In particolare per la pianura l’ultima decade di gennaio di quest’anno si sta dimostrando mediamente la più calda della serie Arpav, dal 1992. Per la zona montana invece la situazione appare più variegata e comunque sopra la media. Nella giornata di martedì 28 in particolare si sono registrate temperature molto anomale e con valori record per molte stazioni sia di pianura che di montagna".

"Il generale il rialzo termico è stato determinato da una concomitanza di fattori: la copertura nuvolosa già presente nella notte con prevalenza di venti sciroccali al suolo che hanno determinato temperature minime elevate, le schiarite nella mattinata sulla pianura centro-meridionale contestualmente all’ingresso di Foehn appenninico (vento caldo e secco da sud-ovest al suolo) che ha determinato anche un calo dell’umidità relativa. Le temperature massime hanno raggiunto diffusamente valori compresi tra i 16°C-18°C in pianura (10 °C circa superiori alla norma), fino a punte massime localmente superiori sui settori centro-meridionali (a Galzignano e Trecenta misurate temperature massime pari a 18.8 °C). In Valbelluna temperature massime di circa 13-15°C, 11-12°C in alcune località delle Prealpi vicentine, ad Agordo registrati 11°C”.

Per quanto riguarda i prossimi giorni, il caldo dovrebbe reggere ancora un po’: “Circolazione anticiclonica fino a mercoledì - nota Arpav - le temperature sopra la media continueranno ad essere la caratteristica meteorologica saliente. Giovedì pressione in calo, avvicinamento di un'area ciclonica da nord che porterà precipitazioni da venerdì”.

Fortunatamente, nonostante le temperature particolarmente elevate, “l’andamento del limite della neve si è mantenuto elevato per il periodo, in prevalenza oltre i 2000 metri sulle Prealpi ma a tratti anche sulle Dolomiti nella mattinata di martedì, complici le forti correnti in quota caldo-umide dai quadranti meridionali”. Questo rassicura sul fronte delle riserve idriche, anche se lo straqto nivale3 sembra ancora sottodimensionato.

E il quadro non è affatto confortante se si allarga lo sguardo all’intera penisola: “Se al Sud si temono le conseguenze dell’estremizzazione degli eventi atmosferici con riserve idriche, che stentano a ricostituirsi facendo presagire nuovi periodi di restrizioni nelle erogazioni d’acqua - nota l’Anbi - la resilienza delle città settentrionali, in Toscana, Liguria e Romagna, è stata nuovamente messa alla prova da violenti fenomeni pluviali, difficilmente gestibili”. Grazie alle recenti piogge abbondanti, soprattutto sul versante sud, anche la portata del Po risulta superiore a quella media del periodo lungo tutta l’asta: a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, la portata registrata di circa 1.416 metri cubi al secondo supera del 13% il valore normale del mese di gennaio. “In Veneto - aggiunge l’Anbi - i fiumi, che vedono aumentare i flussi in alveo, sono Livenza, Brenta, Piave e Bacchiglione”. L’Adige, invece, è in calo.

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