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veneto
05.02.2025 - 13:00
La presenza del lupo nei Comuni montani e pedemontani del Vicentino è diventata una questione di crescente preoccupazione, tanto da spingere 24 amministrazioni locali a scrivere al ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. L'europarlamentare Elena Donazzan ha fatto da portavoce di queste comunità, sottolineando come le attuali misure di contenimento si siano rivelate inefficaci di fronte alla proliferazione del grande carnivoro. Ma qual è la vera portata di questa emergenza e quali sono le soluzioni possibili?
Le normative europee attualmente in vigore, che mirano a proteggere il lupo come specie particolarmente protetta, non sembrano aver raggiunto gli obiettivi desiderati. La rapida crescita delle popolazioni di lupo ha portato a un aumento degli avvistamenti in aree urbane e a numerosi attacchi a danno di animali domestici e da allevamento. Questo ha creato un clima di forte stress e disagio tra i residenti, che si sentono impotenti di fronte a un predatore che sembra aver perso il timore dell'uomo.
La questione del lupo non è solo una questione di sicurezza, ma anche di equilibrio ecologico. I Comuni montani e pedemontani del Vicentino rappresentano ecosistemi delicati, dove l'attività socioeconomica, come la zootecnia di montagna, gioca un ruolo cruciale. Questa attività non solo garantisce prodotti di qualità, ma contribuisce anche alla valorizzazione della biodiversità e al turismo. Tuttavia, la presenza del lupo minaccia di compromettere questo equilibrio, spingendo gli allevatori a considerare l'abbandono delle loro attività.
Elena Donazzan ha proposto un intervento concreto delle istituzioni per limitare la presenza del lupo, suggerendo il declassamento della specie nella Direttiva Habitat da particolarmente protetta a un livello inferiore. Questo permetterebbe di adottare misure più incisive per il controllo della popolazione di lupi, senza tuttavia compromettere la loro conservazione. Ma è davvero questa la soluzione migliore?
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