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“L’inquinamento è un’emergenza”

Legambiente Rovigo: “L’amministrazione sta andando in direzione contraria alla tutela”

“L’inquinamento è un’emergenza”

“Il nuovo report di Legambiente ‘Mal’Aria di città: luci ed ombre dell’inquinamento atmosferico delle città italiane", redatto e pubblicato nell'ambito della Clean Cities Campaign certifica ancora una volta la situazione critica della nostra città quando si parla di inquinamento atmosferico: un'emergenza, lo ricordiamo, che è sanitaria dato che è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia”.

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A rimarcarlo è Legambiente Rovigo, in una nota nella quale non manca di lanciare un affondo a Palazzo Nodari: “La scelta di favorire la sosta gratuita in centro il sabato e la volontà di questa amministrazione di ridurre al massimo dal punto di vista spaziale le zone di divieto di transito alle auto in occasione delle domeniche ecologiche sembrano azioni che vanno in tutt’altra direzione e non tutelino la salute dei cittadini. Sono indispensabili azioni di forte impatto come per esempio la pedonalizzazione del corso del Popolo che mai nessuno ha avuto il coraggio di realizzare”.

Nel 2024 Rovigo è stata l’ottavo capoluogo in Italia per numero di giorni di superamento del limite giornaliero di concentrazione di Pm10 fissato a 50 microgrammi per metro cubo, oltrepassato per 57 volte nel 2024, e settima per concentrazione media annuale, pari a 30 microgrammi per metro cubo. “Il Pm10, ossia le particelle di diametro inferiore a 10 micrometri che permangono in atmosfera per un lungo periodo di tempo e sono in grado di penetrare nell’apparato respiratorio umano, sono uno dei parametri principali da monitorare. Nel 2024 sono state 57 le giornate in cui è stato superato il limite di 50 microgrammi di particelle inquinanti per metro cubo di aria: troppe, la normativa italiana ne consente solo 35.Il valore medio annuale nel 2024 a Rovigo è stato di 30 microgrammi per metro cubo di aria, quindi entro il limite di legge che è di 40 microgrammi per metro cubo di aria”.

Legambiente Rovigo ricorda poi i dati dell’ultimo quinquennio: nel 2023 gli sforamenti sono stati 55 e la concentrazione media annuale 30 microgrammi per metro cubo d’aria, 2022 65 sforamenti e una concentrazione di 32, nel 2021 53 sforamenti e una concentrazione di 30, nel 2020, anno ne, 83 sforamenti e una concentrazione di 34, mentre nel 2019 69 sforamenti e una concentrazione pari a 34.

Tuttavia, dal 2030 il valore massimo della concentrazione annua sarà abbassato a 20, quindi per Rovigo si rende necessaria una diminuzione del 33%. E la presidente di Legambiente Rovigo Caterina Nale rimarca: “Cinque anni ci separano dall’entrata in vigore della nuova normativa europea che renderà fuorilegge gran parte dei territori del bacino padano se le concentrazioni degli inquinanti rimarranno quelle di oggi, Rovigo compresa - dichiara - La qualità dell’aria negli anni è migliorata anche grazie agli impegni sulle limitazioni di traffico e riscaldamento, ma non è sufficiente: servono azioni strutturali non più rimandabili in tutti quelli che sono i settori responsabili delle emissioni inquinanti".

"Potenziare il trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa, ridisegnare lo spazio stradale, a partire dalle zone 30, per renderlo fruibile a tutte le categorie e favorire la ciclabilità è una necessità. Ricordiamo inoltre che è fondamentale lavorare sull’efficientamento energetico a partire dagli edifici pubblici e sul settore agricolo, che ha una responsabilità di primo piano nella nostro territorio per quel che concerne l’emergenza smog, il tutto attuando una politica di controllo efficace”.

Il bicchiere è mezzo pieno, però, se si guarda al biossido di azoto (NO2), gas prevalentemente prodotto dall’ossidazione del monossido di azoto, dannoso per la salute umana, causando problemi all’apparato respiratorio e alle mucose e con un rilevante impatto sull’ambiente, in quanto contribuisce ai fenomeni di smog fotochimico, eutrofizzazione e piogge acide, Rovigo nel 2024 ha avuto una concentrazione media di 20, al di sotto dell’attuale limite fissato a 40, ma anche in linea con quello che entrerà in vigore dal 2030, pari, appunto, a 20.

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