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Sotto inchiesta l'associazione che denuncia i velox

Scatta la perquisizione

Il velox sulla Sp 38 diventerà un tutor

In un contesto già teso, l'associazione Altvelox, guidata da Gianantonio Sottile, si trova al centro di una controversia che coinvolge le istituzioni venete e la gestione dei dispositivi autovelox. La recente perquisizione della sede dell'associazione a Belluno, ordinata dal pubblico ministero Roberta Gallego, ha portato alla luce un conflitto che va oltre la semplice questione dei controlli di velocità. La denuncia per diffamazione presentata dal prefetto di Belluno, Antonello Roccoberton, contro Altvelox, segna un punto di svolta in una battaglia legale che si è intensificata dopo una sentenza della Cassazione dello scorso maggio.

La decisione della Cassazione ha chiarito che l'omologazione e l'approvazione degli autovelox sono due processi distinti e necessari, scatenando una serie di denunce da parte di Altvelox contro prefetti, comandanti della polizia locale e sindaci del Veneto. L'associazione sostiene che molti dispositivi siano stati installati senza il necessario parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, rendendoli quindi illegittimi. Questa posizione ha portato a un'ondata di ricorsi e alla decisione di alcuni comuni, come Feltre e Belluno, di spegnere temporaneamente i loro autovelox.

Altvelox ha interpretato denuncia e perquisizione come un tentativo di repressione delle loro attività, dichiarando che le loro denunce stanno "dando fastidio" alle autorità. L'associazione ha anche coinvolto parlamentari di riferimento per presentare una protesta formale al Ministero della Giustizia, sollevando dubbi sulla legittimità delle azioni intraprese contro di loro.


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