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L'allarme

Hanno cominciato ad avvelenare i lupi

Segnalazioni da Levico

Una famiglia di lupi nel Parco del Delta

Il ritrovamento delle carcasse di quattro lupi a Levico, in Trentino, ha scosso profondamente la comunità locale e suscitato l'indignazione delle associazioni animaliste. Questo tragico evento, avvenuto lo scorso sabato, ha coinciso con un convegno organizzato da diverse associazioni impegnate nella tutela degli animali, sottolineando l'urgenza di affrontare con decisione il problema della violenza contro la fauna selvatica.

Le carcasse dei lupi sono state scoperte in un'area che dovrebbe rappresentare un rifugio sicuro per la fauna selvatica. Tuttavia, la presenza di esche avvelenate ha trasformato questo habitat in un luogo di morte. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie è stato incaricato di condurre le analisi per confermare la causa del decesso, mentre il Corpo Forestale ha già avanzato l'ipotesi di avvelenamento. Questo episodio non è solo un attacco alla natura, ma rappresenta anche una minaccia al senso di responsabilità collettiva che dovrebbe unire la comunità nella protezione del proprio patrimonio naturale.

Le associazioni Enpa, Legambiente, Io non ho paura del lupo, Lipu, Pan Eppaa, Mountain Wilderness e Wwf hanno reagito con fermezza, chiedendo all'assessore Roberto Failoni e alla Provincia di Trento di costituirsi parte civile in questa grave vicenda. Secondo queste organizzazioni, il coinvolgimento diretto delle istituzioni è essenziale per dimostrare un impegno concreto nella difesa dell'ambiente. "Non possiamo permettere che simili episodi vengano banalizzati o ignorati", affermano gli ambientalisti, sottolineando come questo crimine rappresenti un attacco diretto non solo alla natura, ma anche al senso di responsabilità collettiva.

Le associazioni insistono sulla necessità di un'indagine approfondita e tempestiva per identificare i responsabili di questo gesto ignobile e assicurarli alla giustizia. Solo un lavoro investigativo accurato potrà garantire che i colpevoli siano puniti e che episodi simili non si ripetano in futuro. La richiesta di istituire un corpo specializzato di cani antiveleno rappresenta un passo concreto per prevenire e individuare tempestivamente esche avvelenate, rafforzando così le azioni di contrasto contro questi crimini.


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