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Alla Berco ripartono i licenziamenti: a rischio in 247

La dirigenza della fabbrica di Copparo avvia la procedura per un grosso taglio di personale. I lavoratori pronti a mobilitarsi: “Scelta scellerata”.

Alla Berco ripartono i licenziamenti: a rischio in 247

Una manifestazione dei lavoratori della Berco dopo l’annuncio dell’intenzione di tagliare i posti di lavoro

I lavoratori della Berco, fabbrica di Copparo, precipitano nuovamente nell’incubo dei licenziamenti. L’azienda (nella quale lavorano quasi 150 polesani) infatti ha deciso di aprire nuovamente la procedura di licenziamento collettivo per quasi 250 lavoratori. Una decisione che non si può dire inattesa, in quanto l’aria nello stabilimento di Copparo era tornata a farsi pesante. E non solo per le ore di sciopero proclamate negli ultimi giorni, a causa dello scontro sulla disdetta della contrattazione aziendale, ma per il fatto che i piani dell’azienda continuavano a prevede una riduzione dell’organico di circa 400 posti di lavoro. Alla proposta di dimissioni volontarie, nelle scorse settimane, avevano aderito poco più di 150 operai, ecco allora che circa 250 posti di lavoro erano tornati ad essere in bilico.

La conferma dei nuovi tagli ieri è arrivata anche da una nota delle Rsu della fabbrica che sorge in provincia di Ferrara, ma a pochi chilometri dal Polesine. “La Rsu di Berco - si legge - esprime una forte e assoluta condanna nei confronti della decisione presa dal board aziendale di Berco spa, ed informa le lavoratrici ed i lavoratori che l'azienda ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 247 lavoratori. Questa decisione, che colpisce centinaia di famiglie, è l’ennesima dimostrazione della totale indifferenza e incapacità della dirigenza aziendale di confrontarsi con il sindacato e con i lavoratori, privilegiando esclusivamente logiche aziendali di tagli e risparmi, senza considerare minimamente le conseguenze sociali e umane di tale decisione”. Nel corso degli ultimi mesi “i sindacati hanno cercato in tutti i modi di evitare questa drammatica situazione, impegnandosi con responsabilità e apertura a trovare soluzioni alternative e a discutere di misure che potessero tutelare i posti di lavoro e il futuro dell'azienda. Abbiamo chiesto più volte che l’azienda prendesse in considerazione soluzioni condivise, come gli ammortizzatori sociali ma i dirigenti aziendali non hanno mai mostrato un reale interesse a trovare un accordo”.

L’annuncio dei licenziamenti è stato mandato ai lavoratori con una lettera dall’azienda: “Con rammarico, siamo ad informarvi che nel pomeriggio odierno abbiamo proceduto con l’invio della comunicazione di apertura dei licenziamenti su base unilaterale; da oggi, pertanto, decorrono i 75 giorni massimi previsti dalla legge per poter ancora addivenire ad un accordo tra le parti, prima di procedere con i licenziamenti”.

Ecco allora che le Rsu chiedono “a tutte le lavoratrici e i lavoratori di rimanere in attesa delle iniziative che stiamo mettendo in campo per contrastare questa decisione scellerata”. Probabile quindi che la mobilitazione, gli scioperi e le forme di protesta non siano affatto terminati, anzi. E già a partire da lunedì i rappresentanti dei lavoratori decideranno le prossime mosse.

L’azienda, del gruppo ThyssenKrupp occupa circa 1200 lavoratori, la procedura di 247, oltre ai poco più di 150 usciti volontariamente concretizza quindi, nella volontà della dirigenza, una sforbiciata di circa 400 posti di lavoro, praticamente l’azienda eliminerebbe il 30% circa del personale. In questo modo, secondo i sindacati, la tenuta stessa della fabbrica non sarebbe garantita per i prossimi anni, ed è anche per questo che sindacati e lavoratori hanno sempre manifestato perplessità circa il piano industriale presentato nelle scorse settimane. Un piano definito vago e poco dettagliato.

La crisi Berco era scoppiata nello scorso autunno con l’annuncio, da parte dei vertici aziendali, di 480 licenziamenti. Da quel momento era scattata una mobilitazione che aveva visto scendere in campo anche sindaci e sindacati polesani. La fase calda della vertenza aveva visto manifestazioni e prese di posizione a tutti i livelli, consigli comunali aperti e una grande marcia a Copparo. la vertenza era approdata anche al ministero del lavoro dove avevano partecipato anche le istituzioni del Polesine e del Veneto, con l’assessore regionale Mantovan. Nel periodo natalizio era intervenuto anche l’arcivescovo di Ferrara, Gian Carlo Perego, che alla messa del 5 gennaio scorso aveva detto: “Ci siamo riuniti in preghiera, con un particolare pensiero ai lavoratori e lavoratrici della Berco, storica azienda in questa comunità, per condividere un momento non facile in ordine alla salvaguardia di un bene prezioso: il lavoro. Non perdano la speranza”. Da ieri la speranza è tornata ad essere in pericolo.

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