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Una tragedia, tanti eroi: un albero per loro

Una commemorazione speciale per Giovanni Palatucci

Giovanni Palatucci, Medaglia d'oro, Giusto tra le Nazioni, Servo di Dio. Il questore di Fiume che, durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo avere salvato tantissimi ebrei, creando letteralmente per loro documenti che li mettessero al riparo dalla deportazione, venne scoperto dalle Ss tedesche e spedito nel lager di Dachau, dove morì.

Ma anche Umberto Barbierato, un "semplice" poliziotto, il primo polesano, per la precisione nato a San Martino di Venezze, a venire "infoibato", pagando con la vita il fatto di portare la divisa nella quale credeva. A sottolineare che, a fianco della "Grande Storia", c'è anche la "piccola storia", quella che colpisce le persone di ogni giorno, con non minore violenza, con la stessa medesima di misericordia. Che, per un martire "famoso", ce ne sono migliaia che non sopravvivono, spesso, che nel ricordo dei loro cari. E che le tragedie, soprattutto, toccano tutti e questo è un motivo fondamentale per dire "mai più". "La storia siamo noi, padri e figli".

Un messaggio che non è mancato nel discorso col quale il questore di Rovigo, Eugenio Vomiero, ha voluto aprire la commemorazione di Giovanni Palatucci, avvenuta nella mattinata di oggi, prima in questura poi nell'omonimo piazzale della Commenda, dove sorge il monumento in onore del questore di Fiume.

Unitamente, è stato celebrato anche il Giorno del Ricordo e un ricordo speciale, ulteriore rispetto a queste due commemorazioni, è andato ai 2548 poliziotti caduti in servizio. Piena di significato, in questo senso, la presenza di una rappresentanza di giovani allievi frequentatori del corso di formazione per Agenti alla Scuola della Polizia di Stato di Peschiera del Garda: di recente, infatti, hanno piantato 2548 tulipani, uno per ogni collega caduto con la divisa addosso.

Particolarmente toccante, in questura, il momento dello svelamento di un grande ulivo, di recente piantumato proprio in ricordo di Palatucci e ai cui piedi è stata sistemata una targa che ricorda il sacrificio supremo del poliziotto, che agì ben sapendo ciò che avrebbe rischiato e ciò che, infine, si concretizzò.

La cerimonia per il giorno del Ricordo si è quindi spostata in Provincia.

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