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Tangenziale, stop alle motoseghe

A palazzo Nodari non risulta alcuna autorizzazione. L’ipotesi che Anas provveda a ripiantumare

Tangenziale, stop alle motoseghe

ROVIGO - La strage di alberi lungo la tangenziale est avvenuta venerdì scorso per mano di Anas è stata bloccata. Nel giro di 24 ore, l’altolà alle motoseghe è arrivato dal Comune sabato. E adesso si sta facendo largo l’ipotesi che Anas provveda a ripiantumare le piante e gli alberi così improvvisamente abbattuti. Anche perché, a quanto risulta agli uffici di palazzo Nodari, nessuna autorizzazione paesaggistica era mai stata rilasciata all’ente titolare della Statale 16, appunto la tangenziale, per radere al suolo la macchia boschiva che la separava via Marchioni. Ad emanare il provvedimento che ha bloccato lo sfalcio, sabato, è stato l’assessore Andrea Bimbatti nella sua veste di vicesindaco, poi la palla è passata agli uffici del settore ambiente che da giovedì scorso rispondono alle indicazioni del neoassessore Andrea Denti.

E lunedì mattina un gruppo di tecnici comunali ha effettuato un sopralluogo nella zona interessata dallo sfalcio selvaggio che ha completamente demolito un tratto della barriera verde la cui funzione, oltre a favorire l’assorbimento della Co2 prodotta dal traffico lungo l’arteria era anche quella di fare fare da schermo all’inquinamento acustico e fornire un po’ di ombra lungo il tratto ciclabile di via Marchioni, zona molto frequentata soprattutto d’estate da pedoni e ciclisti.

Intanto, tra Anas e il Comune sono in corso dei colloqui che aprono alla possibilità di sostituire, se non tutte, almeno una parte delle piante rase al suolo. Ma ciò che risulta più eclatante dell’intera vicenda è che allo stato attuale, agli uffici del settore ambiente non risulterebbe alcuna autorizzazione paesaggistica necessaria per dare corso ad un intervento di questo tipo e di questa portata ma su questo, le verifiche sono ancora in corso.

Al di là delle conseguenze, comunque, quello che è certo è che da venerdì Rovigo è una città un po’ più povera di verde e di alberi. Piante delle quali c’è bisogno come l’aria, in senso quasi letterale, visto che le ultime statistiche di Legambiente piazzano il capoluogo polesano fra le sette città con maggiori problemi di inquinamento atmosferico. Motivi di sicurezza degli automobilisti: queste le ragioni poste alla base dell’abbattimento. Certo, mantenere il verde è più oneroso in termini di impegno rispetto a buttare giù tutto. Ma per la società e la collettività i benefici sono incomparabili. Tra l’altro, anche nel caso Anas provveda a ripristinare parte del verde con nuove piantumazioni, difficilmente si tratterà di alberi e arbusti sufficientemente sviluppati come quelli tagliati impietosamente: decine di alberi, soprattutto robinie, ma non solo, con anni e anni sulle spalle, come dimostrano i ceppi, alcuni anche di mezzo metro di diametro, che abbellivano la pista ciclabile e che offrivano i loro “servizi ecosistemici”.

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