VOCE
porto viro
11.02.2025 - 14:32
“Un dovere quello di squarciare il muro di silenzio che per troppi anni ha tolto dignità e rispetto ai migliaia di esuli e vittime della follia comunista di Tito e dei suoi partigiani. Non esistono martiri di serie A e serie B e non esiste solo la storia raccontata dai vincitori: esiste la verità che parla anche dei torti e delle ingiustizie subite dai vinti a cui abbiamo il dovere di dare voce”. Queste le parola dell’assessore regionale a istruzione e lavoro Valeria Mantovan, che prima dell’incarico a Palazzo Balbi era proprio sindaco di Porto Viro, che ha partecipato ieri alle celebrazioni del Giorno del ricordo al parco giochi di via Rossini.
Qui, due anni fa è stato inaugurato il monumento per le vittime delle foibe, con un’ulteriore targa che ricorda in particolare Umberto Barbierato, giovane guardia di pubblica sicurezza e primo polesano ad essere infoibato dai partigiani jugoslavi durante il secondo conflitto mondiale.
Proprio al monumento è stata deposta una corona d’alloro.
Alla cerimonia oltre all’assessore regionale erano presenti il vicesindaco, primo cittadino facente funzione Thomas Giacon, con la fascia tricolore, gli assessori Michela Girardello e Roberto Luppi, il presidente del consiglio comunale Stefano Permunian, il comandante della Polizia locale Maurizio Finessi, rappresentanti dell’Arma dei carabinieri e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Il Giorno del Ricordo è stato istituito nel 2004 con una legge nella quale si sottolinea come in questa ricorrenza “sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. E’ altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero”.
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