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IL CASO

Lo scempio del verde va avanti

Anas non ha preso sul serio le richieste di Palazzo Nodari e ha continuato ad abbattere alberi

Da Palazzo Nodari avevano provato a fermare le motoseghe. Ma la sensibilità di Anas va anche oltre il “galateo istituzionale”. E, come se nulla fosse, gli operai della ditta incaricata dall’ente che gestisce le strade statali sono andati avanti nell’opera di annientamento del piccolo bosco che sorgeva fra la Tangenziale Est e via Marchioni, la ciclopedonale che corre lungo l’Adigetto. Sono stati rimossi gli alberi abbattuti e giovedì sarà completata l’opera.

Ora, dall’Adigetto si vede l’asfalto della Statale 16: è andato distrutto un percorso che sembrava proiettare chi lo percorreva, a piedi o in bici, in una dimensione esterna alla città. Tutto spazzato via con il rispetto ambientale che caratterizza alcuni burocrati “di Stato” che hanno ritenuto essenziale per la sicurezza degli automobilisti di Rovigo radere al suolo un’area verde che nessuno, ma proprio nessuno, dai residenti agli amministratori, avrebbe voluto veder spazzata via con tale e tanta brutalità. In nome di cosa, se non evitare responsabilità personali, non è chiaro. Va pur detto che non si tratta di nulla di illegittimo. Anzi, proprio lo scorso dicembre il Consiglio di Stato, pronunciandosi su un ricorso che vedeva Anas opposto alla Regione Abruzzo che ha tentato di opporsi a una strage di alberi, ha confermato che l’ente proprietario della strada ha “il potere-dovere di verificare le situazioni di fatto rilevanti ai fini del rispetto della sicurezza in materia di circolazione stradale, tra cui deve ritenersi inclusa anche la verifica della pericolosità di alberature poste lungo la strada ai fini del loro eventuale abbattimento”. E’ questione di “sensibilità”, ambientale e civica. E forse, questo sembra confermarlo una volta di più, di anche dello scarso rispetto in cui è tenuta la città di Rovigo.

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