VOCE
VIABILITA’
12.02.2025 - 21:29
Giornata di code, traffico e disagi mercoledì lungo le principali strade della zona sud est della città. La chiusura del sottopasso Forlanini, avvenuta nel tardo pomeriggio di martedì, ha avuto pesanti ripercussioni sulla circolazione specialmente lungo le strade del quartiere Tassina. Ripercussioni che sono state particolarmente evidenti mercoledì mattina nell’ora di punta, quando in via Vittorio Veneto il traffico si è praticamente paralizzato: lunghe code si sono formate sia per chi si dirigeva verso il centro sia per chi viaggiava in direzione opposta, dal centro verso la periferia.
La conseguenza era prevedibile: con il sottopasso Forlanini fuori servizio, il traffico che normalmente transita lungo via Salvo d’Acquisto si è riversato su via Vittorio Veneto, viale del Lavoro e in via Pertini congestionando i punti più critici della viabilità. Tra l’altro in via Vittorio Veneto la circolazione è ulteriormente complicata dalla presenza di un passaggio a livello che, al momento del transito dei convogli ferroviari, impone lunghe soste.
Per quanto riguarda il dissesto che ha imposto la chiusura improvvisa di via Salvo D’acquisto, mercoledì mattina una ditta incaricata dal Comune è intervenuta sul posto per verificare l’entità del fenomeno che ha causato il rialzo del manto stradale. Sul posto era presente anche l’assessore alla sicurezza e mobilità Michele Aretusini. “Parte dell’asfalto rialzato è stato rimosso - spiega l’amministrazione in un breve comunicato - e sono stati fatti interventi per verificare la pervietà delle tubazioni drenanti. Da qui è emersa la necessità di un lavoro più strutturato che richiede l’intervento di una ditta specializzata”.
Secondo le ipotesi emerse durante le verifiche, come riporta l’assessore ai lavori pubblici Lorenzo Rizzato, il dissesto dell’asfalto, in corrispondenza di una curva, sembra sia stato provocato da un ristagno di acqua collegato a criticità del sistema di drenaggio che i tecnici stanno verificando in modo minuzioso. Un fatto, questo, che comporta gravi rischi per la sicurezza dei mezzi in transito anche perché l’asfalto potrebbe aprire delle voragini sulla carreggiata.
Ad ogni modo i disagi per la circolazione non hanno una data di scadenza. E’ impossibile, infatti, stabilire almeno per il momento, quanto resterà chiusa la strada e, stando alle parole dell’assessore Rizzato, solo con l’intervento della ditta specializzata sarà possibile fare una stima del tempo necessario per la riparazione ed il ripristino dell’asfalto. “Tutto il settore si sta impegnando affinché la riapertura del sottopasso avvenga nel più breve tempo possibile - spiega ancora il comunicato di palazzo Nodari - l’amministrazione si scusa per i disagi arrecati e sta facendo il possibile per risolvere la questione, affinché la situazione viaria della zona possa tornare alla normalità”.
Di certo, non è la prima volta che la città si ritrova a fare i conti con le criticità del sottopasso dato che, da quando è stato realizzato, tra infiltrazioni e allagamenti è stato più volte oggetto di interventi che però non sono stati mai completamente risolutivi e le chiusure, nel corso degli anni, sono state numerose. Non a caso, il geometra Natalino Renesto, dipendente della Regione, nell'agosto 2015 ha presentato anche un articolato esposto ai carabinieri “nei confronti dei responsabili e di chiunque abbia con loro concorso preventivamente in sede di progettazione, realizzazione e gestione dell’intervento, chiedendone la penale punizione per i reati che l’autorità giudiziaria riterrà di ravvisare”.
L’esposto, in sintesi, evidenziava i problemi strutturali dell’opera: “Se il calcestruzzo è ammalorato, anche nella parte alta, la prossima occasione potrebbe farci cadere il treno in testa, insieme agli spruzzi degli sfoghi fognari melmosi e scivolosi” aveva spiegato Renesto che, come residente in vicolo Forlanini, è anche rimasto impantanato con la sua auto nella “palude” del sottopasso. “L’intera struttura è ormai da tempo andata in crisi - aveva poi spiegato - ogni tanto un problema nuovo, ma sempre vecchio, che fa chiudere, poi aprire, poi chiudere di nuovo. Vergognosamente da anni continuano incessantemente opere di manutenzione a strutture ormai malsane, causa di continui disagi ed incidenti. Tutte le strutture, spezzate fra loro e mai unificate, sono in calcestruzzo e trasudano acqua marcia: si interviene sempre con modesti interventi di routine, ma si ignora che l’infrastruttura è soggetta a forti pressioni idrauliche, sia dal fondo che dai fianchi, che vanno seriamente contrastate. Non con un’ordinaria manutenzione, ma con un serio adeguamento”.
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