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Nuovi impianti: “Gli enti devono pesare nelle scelte”

Nel convegno sulla transizione energetica Furfari propone una legge regionale sulle “aree idonee”

Nuovi impianti: “Gli enti devono pesare nelle scelte”

Nel convegno sulla transizione energetica Furfari propone una legge regionale sulle “aree idonee”

Una legge regionale per individuare aree idonee e non idonee all’installazione di impianti rinnovabili, ma anche per coinvolgere gli enti territoriali. L’ha proposta ieri pubblicamente in Gran Guardia l’avvocato Caterina Furfari (ex presidente di As2 ed esponente del Pd) alla presenta della consigliere regionale Anna Maria Bigon che se ne farà promotrice.

L’evento “Transizione energetica in Polesine” organizzato dal gruppo consiliare del Pd di Rovigo e introdotto dal capogruppo Diego Crivellari è stato molto partecipato. Al tavolo dei relatori anche il rodigino Roberto Gasparetto, amministratore delegato di AcegasApsAmga (gruppo Hera), che alla domanda “cosa ne pensa degli impianti a biogas” ha risposto: “Non posso essere a priori contrario, ma questi impianti vanno calati nel territorio e soprattutto condivisi con i cittadini nella massima trasparenza. L’obiettivo della decarbonizzazione è universale e ci deve coinvolgere tutti, ma va guidato volta per volta”.

Furfari durante il convegno ha parlato dei “correttivi” che vanno apportati alla legge regionale, “come avvenuto già in Toscana”.

“Vanno individuata aree idonee e non idonee all’installazione di impianti rinnovabili, coinvolgendo nel processo decisionale gli enti locali territoriali, una burden sharing su scala comunale - ossia ‘ripartire’ l’obiettivo regionale di produzione energetica da fonti rinnovabili, il target previsto per la Regione Veneto è di 5,8 Gwh al 2030 - che tiene conto della peculiarità dei territori”. Il riferimento è chiaramente all’ultimo impianto a biogas che sta facendo molto discutere Sarzano e che è stato approvato dalla Regione, senza che il Comune, se non per esprimere un parere, potesse avere potere decisionale a riguardo.

Spiega la sua proposta Furfari: “Ciascun Comune, secondo un principio di compartecipazione comunale e provinciale, è posto nelle condizioni di valutare la ricaduta sui propri territori delle aree idonee e, soprattutto, di apportare i correttivi necessari a conciliare tali ricadute con le caratteristiche paesaggistiche e naturali, la conformazione del proprio territorio e le relative caratteristiche ambientali. In questa direzione si sono già mosse altre Regioni, guardo al modello Toscana, dopo la pubblicazione del Decreto Ministeriale 02 luglio 2024, che rimandava all’adozione di una legge regionale l’individuazione di aree idonee, con la finalità di ‘ripartire’ l’obbiettivo di produzione energetica da fonti rinnovabili su scala regionale”.

Dunque nessuna contrarietà alle energie rinnovabili, ma “la conversione energetica non può e non deve avvenire a scapito del ‘capitale naturale’ (biodiversità), perciò gli interventi dovranno garantire uno sviluppo in equilibrio con le risorse naturali, la salvaguardia del paesaggio, del patrimonio artistico e storico, nonché con le attività agricole”.

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