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SALUTE
18.02.2025 - 21:00
Il picco dell’influenza australiana, quest’anno particolarmente feroce e virulenta, è in discesa, secondo il rapporto epidemiologico RespiVirNet, che è fermo alla sesta settimana di controllo (quella dal 3 al 9 febbraio). Ma rispetto allo scorso anno la media di persone inchiodate al letto e febbricitanti a causa del virus influenzale di quest’anno sono più dello scorso anno. E c’è chi spiega questa circostanza con il clima: quest’anno particolarmente temperato e umido.
Nella sesta settimana del 2025, i casi stimati di sindrome influenzali, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 872mila, per un totale di circa 10 milioni e 742mila casi a partire dall’inizio della sorveglianza. L’incidenza delle sindromi influenzali è in diminuzione e si attesta a un livello di “media” intensità. Nella scorsa stagione, in questa settimana, l’incidenza era vicina ai livelli basali.
In Veneto l’incidenza attuale è di 11,8 persone su mille assistiti a casa con la febbre. Una media ancora alta, ma non preoccupante.
“Certamente il clima invernale e l’umidità molto alta di quest’anno influisce delle infezioni delle vie aeree - conferma Francesco Noce, presidente della federazione regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri del Veneto - Quest’anno abbiamo assistito a nebbie che non si vedevano da anni. Ecco che l’umidità influisce sul propagarsi delle forme virali. Inoltre sono virus che si trasmettono da persona a persona e in inverno le persone vivono di più al chiuso, con meno areazione e più contatti. Specie i bambini sono soggetti a contatti”.
Tante le chiamate agli ambulatori dei medici di base e spesso qualche disagio dovuto a un eccesso di lavoro e di pazienti da seguire. “Ci sono state parecchie chiamate ai medici - spiega ancora rappresentante dei medici veneti e polesani Francesco Noce - Il picco ora è in calo e la situazione anche negli ambulatori sta migliorando d’altronde era stato previsto”.
Per il medico valgono sempre i buoni principi per evitare contagi: “Non frequentare luoghi troppo chiusi, evitare contatti con persone influenzate e lavarsi spesso le mani. Infine ma non ultima raccomandazione, il vaccino è molto importante. I bambini hanno sofferto di più proprio perché è più raro che vengano vaccinati. Hanno molti contatti ravvicinati a scuola e nei luoghi di svago e di sport e l’influenza quest’anno si è fatta sentire particolarmente”.
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