VOCE
il caso
18.02.2025 - 14:00
La Bassa Padovana si trova a fronteggiare una minaccia che, seppur silenziosa, sta causando danni significativi all'ambiente e all'economia locale: la proliferazione incontrollata delle nutrie. Questi roditori, originari del Sud America, si sono adattati perfettamente ai nostri territori, trovando nei canali e nei campi coltivati un habitat ideale.
Le nutrie, con la loro abitudine di scavare tane negli argini dei canali, stanno compromettendo, secondo numerose segnalazioni, il già fragile equilibrio idrogeologico della zona. Come sottolineato dalla Cia Padova, i danni causati da questi animali non si limitano solo all'ambiente naturale, ma si estendono anche alle attività agricole. Le buche create dalle nutrie possono portare al cedimento degli argini, aumentando il rischio di alluvioni e danneggiando le infrastrutture idriche. Inoltre, con l'avvicinarsi della stagione delle semine di mais e soia, gli agricoltori si trovano a dover affrontare un ulteriore problema: le nutrie sono particolarmente ghiotte di queste colture, causando perdite ingenti.
In risposta a questa emergenza, la regione ha deciso di aumentare gli investimenti per l'eradicazione delle nutrie, stanziando 500mila euro all'anno nel bilancio di previsione 2025-2027. Tuttavia, come osserva Luca Trivellato, presidente di Cia Padova, non basta avere risorse: è fondamentale utilizzarle in modo efficace. La collaborazione tra tutti i soggetti attuatori indicati dal piano regionale di controllo è essenziale per raggiungere l'obiettivo di eradicazione. Trivellato sottolinea anche la necessità di aggiornare la legge 157 del 1992, che regola la protezione della fauna selvatica, per adattarla alle nuove sfide ambientali.
Gli agricoltori, già alle prese con l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, lamentano di vedere la loro redditività ulteriormente compromessa dai danni causati dalla fauna selvatica. Emilio Cappellari, presidente della zona Cia Este-Montagnana, evidenzia come le nutrie, insieme ai cinghiali, devastino i raccolti, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa delle aziende agricole. In questo contesto, le istituzioni sono chiamate a fornire un sostegno concreto per evitare che il settore agricolo venga abbandonato a se stesso.
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