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tribunale di rovigo

“16 anni a testa per le bombe”

La pesante richiesta di condanna per i tre giovani che avrebbero agito per motivi razzisti

“16 anni a testa per le bombe”

16 anni e 11 mesi di reclusione a testa, per l’ipotesi di reato principale di tentato omicidio plurimo, aggravato dal movente razziale.

Questa la richiesta avanzata oggi, venerdì 21 febbraio, in Tribunale a Rovigo dal procuratore capo Manuela Fasolato, nel processo a carico di tre giovani bassopolesani, tutti tra i 21 e i 23 anni, accusati di essere i “bombaroli” che, il 31 marzo del 2023, avrebbero innescato una violenta esplosione in un complesso condominiale di Cavanella Po, dopo le 22, provocando tanti danni, ma, per fortuna, nessuna conseguenza per le persone.

Il processo è, in realtà, unicamente una parte dell’inchiesta, più ampia, seguita dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Rovigo. Una attività investigativa che avrebbe gettato luce, chiaramente dal punto di vista accusatorio, sull’esistenza di una gruppo xenofobo e violento, in Bassopolesine, che avrebbe eseguito vere e proprie incursioni contro gli stranieri della zona. Aggressioni, pestaggi, tentativi di speronamento di stranieri in bici sulla strada arginale, ma anche un secondo raid esplosivo, avvenuto, nell’estate 2023, al Villaggio Tizé a Rosolina Mare. Sia questa località che Cavanella Po, infatti, sarebbero state scelte per innescare le deflagrazioni in quanto ad altissima “concentrazione” di stranieri.

Tutti episodi che, comunque, per quanto ipotizzati dall’accusa, non fanno parte di questo processo penale.

Alla richiesta di condanna si sono associate anche le parti civili, tra le quali il Comune di Adria, con l’avvocato Marco Casellato, in sostituzione del collega Mattia Renda, oltre che vari privati, in gran parte stranieri, seguiti dagli avvocati Ivan Agnesini, Sandra Passadore e altri. Sono anche stati richiesti risarcimenti e provvisionali.

Del tutto differente la ricostruzione delle difese degli imputati, seguiti dagli avvocati Marco Petternella, Anna Osti, Federico Bardelle e Luigi Migliorini. Nelle loro arringhe, hanno cercato, anche sulla base delle consulenze, di smontare l’ipotesi di tentato omicidio, argomentando su quello che realmente sarebbe stato il potenziale dell’ordigno impiegato a Cavanella, ma hanno anche contestato la possibilità di configurare l’aggravante del movente razziale.

L’udienza è quindi stata aggiornata al prossimo 7 marzo, quando dovrebbe arrivare la sentenza.

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