VOCE
Adria
21.02.2025 - 18:44
Non è ancora passato un mese dall’improvvisa chiusura del supermercato di via Aldo Moro, unico punto vendita di generi alimentari nel popoloso quartiere di Carbonara. E già i disagi si fa sentire molto forti tra la popolazione, in larga parte anziana.
Così una residente del quartiere, Maria Lodo, spontaneamente e di propria iniziativa, senza tanta pubblicità, ha deciso di promuovere una raccolta firme su una petizione per richiedere quanto prima la riapertura del supermercato. La risposta è stata dirompente e nel giro di una decina di giorni ha raccolto circa 350 firme e più diffonde la voce più continuano le richieste di sottoscrivere l’appello. Preso atto che il problema è fortemente sentito da tantissima gente, ha interrotto la raccolta firme e ieri mattina, accompagnata da Samantha Pellegrin e Fulvio Osti si è presentata in municipio per far protocollare la petizione inviata al sindaco Massimo Barbujani e a tutti i consiglieri comunali.
“Noi sottoscritti cittadini adriesi della zona Aldo Moro/Carbonara - si legge nel documento - facciamo presente il pesante disagio in cui viviamo per la mancanza di servizi di cui quotidianamente avremo bisogno. Siamo per lo più persone anziane e con difficoltà di spostamento verso altre zone della città”. Ed ecco il nocciolo della questione: “In questi giorni - prosegue la petizione - è stato chiuso anche il supermercato: i nostri disagi sono aumentati ancora di più. Sentiamo parlare di supermercati che dovrebbero aprire in altri punti di Adria già ampiamente serviti. Pertanto chiediamo al sindaco e a tutte le autorità comunali di impegnarsi perché il nostro quartiere sia dotato di servizi indispensabili per garantirci una dignitosa qualità della vita. Sarebbe molto importante, a nostro avviso, che prima possibile riaprisse un nuovo supermercato”.
Il supermercato rappresentava non solo un importante servizio di carattere commerciale/economico, ma anche un punto di riferimento fondamentale di socializzazione dove la gente si incontrava perché, oltre al bar, e pochi altri negozi che si contano sulle dita di una mano, il quartiere è completamente sguarnito. “Temiamo – dicono – che anche le altre attività commerciali, a ricaduta, possano essere penalizzate dalla mancanza del supermercato, con il rischio di altre chiusure: siamo sempre più un quartiere dormitorio”.
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