VOCE
COMUNE
23.02.2025 - 07:02
Dopo giorni frenetici di incontri, trattative, riunioni, colloqui, fughe in avanti e passi indietro, sabato sui venti di crisi della giunta di palazzo Nodari è calato il silenzio. Bocche cucite e poca voglia di parlare, sia in via ufficiale che in maniera ufficiosa, hanno segnato l’inizio del fine settimana. Non è chiaro se la calma di ieri sia solo apparente o reale. O se sia semplicemente la quiete prima della tempesta. L’unica cosa certa è che, appunto, non ci sono certezze su come la situazione potrebbe evolversi mentre i diretti interessati, cioè le persone coinvolte nella vicenda, scelgono la strategia del silenzio. L’assessore Matteo Zangirolami, ad un soffio dall’uscita dalla giunta, commenta con pochissime parole: “Non intendo rilasciare alcun commento” mentre il sindaco Valeria Cittadin, pronta a revocare le deleghe a Zangirolami, fa altrettanto: bocca cucita e stop. “Non ho avuto notizie di nulla. Quindi non posso commentare” è invece il laconico commento del capogruppo di FdI Renato Campanile. E’ suo il nome che viene accreditato come nuovo assessore al posto di Zangirolami. Tutto tace, insomma. Tutti zitti. Mentre i movimenti “sotterranei” proseguono. Lunedì, infatti, il gruppo consiliare ha programmato una riunione che sembra orientata a “ribadire la fiducia in Matteo Zangirolami”. Il problema, però, è che dovrebbe essere la fiducia del sindaco ad essere “ricostruita” affinché Zangirolami resti al suo posto. Sì, perché l’incarico di assessore viene assegnato sulla base di una rapporto fiduciario. E secondo la stessa logica può essere revocato. Proprio come avvenuto nel caso di Mattia Maniezzo, la cui revoca è stata spiegata da Cittadin come un “venire meno del rapporto di fiducia” senza, però, entrare mai nel dettaglio dei motivi che hanno portato a tanto.
Ad ogni modo, per il momento la pace all’interno della maggioranza sembra un’utopia: i mal di pancia sono tanti e qualcuno è bello forte. Per esempio, il fatto che Campanile possa entrare in giunta senza che il gruppo sia stato consultato sta creando parecchio scompiglio come pure il fatto che più di un consigliere ritenga che a Zangirolami andrebbe riconosciuta la “dignità politica” di poter rassegnare le dimissioni dal ruolo di assessore dopo il congresso di FdI del 15 marzo, ossia dopo essere diventato il coordinatore comunale del partito (è il candidato in pectore), in modo da poter gestire la partita della nomina del suo successore nella sua nuova veste politica. E a proposito di congresso, un punto di domanda resta ancora da sciogliere ed è la candidatura di Mattia Maniezzo contro Zangirolami. Ma, come detto, il silenzio è per adesso impenetrabile.
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