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Adria

Le forze della carità fanno rete

Obiettivi: rafforzare le proprie specificità e coinvolgere altri volontari, soprattutto giovani

Le forze della carità fanno rete

“Fare rete significa unire le forze per moltiplicare la forza di tutti” questo il messaggio lanciato dal vescovo Pierantonio al recente incontro con le associazioni del territorio adriese impegnate in attività caritative e solidali.

Iniziativa svoltasi nel santuario Madonna dell’autista a Valliera e rientra nel programma della visita pastorale che Pierantonio sta portando avanti nelle comunità di Adriaparrocchie, ormai giunta alle battute finali. Hanno risposto all’appello i gruppi Caritas di Cattedrale e San Vigilio, gli amici di san Francesco, il Centro aiuto alla vita, l’associazione Effatà, volontari della Tomba, Baricetta e Valliera. All’incontro è intervenuto anche Davide Girotto, responsabile diocesano della Caritas, oltre ai sacerdoti del coordinamento don Nicola, don Niccolò e don Simone.

Il vescovo ha subito indicato le quattro principali direttive per intraprendere un percorso comune. Primo, lavorare in rete tra associazioni, parrocchie e realtà diocesane per rafforzare le proprie specificità.

Secondo, ricercare nuove forze e favorire ricambio generazionale, evidenziando la necessità di coinvolgere altri volontari soprattutto giovani per spingerli all’impegno come generoso atto d’amore.

Terzo, necessità di sostenere finanziariamente le diverse attività, per questo fare rete significa da un lato condividere risorse, strutture e strumentazioni riducendo molti costi, dall’altro consente di avviare progetti che possano accedere a contributi, in primis quelli dell’8Xmille.

Quarto, affrontare insieme l’esigenza emersa in diversi altri incontri di dar vita a un centro rifugio/accoglienza e/o assistenza per donne vittime di violenza.

Da parte sua Girotto ha fatto sapere che è a disposizione un software molto semplice e facilmente gestibile, per archiviazione e condivisione dati per rendere più efficiente l’offerta caritativa e stanare qualche furbetto.

Durante il dibattito sono emerse alcune concrete problematiche che i volontari affrontano quotidianamente: dal numero crescente di persone che bussano alla porta per la borsa della spesa, alla necessità di superare il concetto puro di assistenzialismo. Così il vescovo ha ricordato che “è dovere del cristiano aiutare i poveri, ma l’aiuto non deve limitarsi alle esigenze materiali, per quanto importanti, ma bisogna aiutare i poveri a ritrovare la loro dignità di persone anche nelle tristi condizioni in cui vivono”.

Al termine dell’incontro è stato ricordato che c’è tempo fino a giovedì prossimo 27 febbraio per presentare domanda di partecipazione al bando di Servizio civile universale, quindi per inviare la propria candidatura anche per uno dei due posti messi a disposizione dalla Caritas di Adria-Rovigo nell’ambito del progetto “C’è posto per te 2025”. Per informazioni consultare il sito web della diocesi.

Inoltre, sempre giovedì prossimo, prende il via il corso per volontari del carcere, promosso dalla Cappellania in collaborazione con il coordinamento volontari della Casa circondariale di Rovigo e la Caritas diocesana. Gli incontri si svolgeranno il giovedì alle 18 in seminario. I partecipanti avranno l’opportunità di confrontarsi con un docente universitario, il direttore del carcere e dell’area pedagogica di Rovigo, un magistrato di sorveglianza di Padova e altre figure professionali fondamentali nella realtà carceraria.

Oggi 25 febbraio è l’ultimo giorno per aderire: per informazioni e modalità di partecipazione inviare una mail a sabrina70cabassa@gmail.com o emleviapacis@gmail.com

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