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Zaia e la rivoluzione dell’autonomia

“Percorso ineluttabile, ci arriveremo per necessità”. Ma sul suo futuro tiene le carte coperte

La rivoluzione del regionalismo e i suoi possibili benefici per il Veneto e per l’Italia. Giornata polesana per Luca Zaia, presidente del Veneto, che è stato a Lendinara e poi a Rovigo per presentare il suo libro “Autonomia. la rivoluzione necessaria”. Il governatore alle 18.30 è salito sul palco del teatro Ballarin di Lendinara per discutere sul tema autonomia differenziata con il direttore de La Voce di Rovigo Alberto Garbellini. Alle 20, poi, appuntamento alla sala della Gran guardia, a Rovigo, ancora con il direttore de La Voce.

Tanta la gente che ha assistito ai due appuntamenti per ascoltare dalla voce di Zaia il percorso sull’autonomia regionale un percorso che considera “ineluttabile”. Per il governatore veneto, come ha scritto nel libro e come ha specificato rispondendo alle domande di Garbellini, “l’autonomia arriverà per scelta oppure per necessità”, per spiegare come il federalismo sia nel destino del Veneto “e dell’Italia intera”.

Nei suoi interventi Zaia ha anche smontato quelle che lui definisce “false contestazioni al progetto dell’autonomia, che non è affatto uno spacca Italia come qualcuno paventa. Anzi con il regionalismo si potrà arrivare a quella virtuosa di stribuzione del benessere che può davvero innescare quel cambiamento positivo che l’Italia aspetta da anni. E quindi meno burocrazia, servizi più puntuali, sviluppo economico e maggiore assunzione di responsabilità da parte degli enti locali”. Insomma un vero e proprio “salto culturale”. Anche perché il meccanismo della legge sull’autonomia regionale prevede che quelle regioni che non saranno in grado di gestire le funzioni delegate, dovranno “restituirle” allo Stato.

Zaia e Garbellini hanno anche delineato un excursus storico delle tappe del progetto federalista “che parte dalla Costituzione italiana, per poi arrivare alla riforma del titolo V del 2001 e infine al referendum regionale del 2017”. Quel giorno, ha ricordato il governatore “oltre due milioni di veneti si sono recati alle urne dimostrando davvero di voler essere è padroni del proprio destino. l’autonomia è un progetto che parte dal basso, dalla volontà popolare, non è calato dall’alto”. Si è anche parlato di futuro e di giovani e di come il federalismo potrà aiutare le giovani generazioni a non cercare altrove opportunità professionali. Non è mancato un passaggio sulle Olimpiadi invernali del 2016 e sui come la gestione di un evento globale, che coinvolge più regioni, possa conciliarsi con l’autonomia regionale.

Entrando nel cuore della legge sull’autonomia, che però dopo l’esame della Corte costituzionale dovrà essere in parte riscritta, si è parlato dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) e delle prime funzioni richieste dal Veneto, a partire dalla Protezione civile. Zaia ha anche smentito quello che alcune cassandre definiscono “pericolo di scardinare i pilastri del nostro ordinamento. Anche perché due fra le funzioni spesso citate a sproposito, come sanità e scuola, presentano già forme di autonomia”. Il governatore ha più volte criticato quelli che lui definisce “i mistificatori, che prima chiedevano l’autonomia mentre ora la osteggiano”. Quindi è tornato a battere sul tema della sanità, “già largamente gestita su scala regionale, e dove bisogna fare in modo che le altre Regioni migliorino le proprie prestazioni come già successo qui da noi”.

Non è mancato un passaggio sul futuro personale di Luca Zaia, il cui terzo mandato da presidente del Veneto scadrà nel prossimo autunno. Il governatore ha tenuto le carte coperte: “Scriverò due libri l’anno”, ha scherzato con il pubblico. Per poi farsi più serio: “Quello di presidente della Regione è, assieme a quello di sindaco di grande città, l’unico incarico politico che ha un limite nel numero dei mandati, mentre ci sono deputati che siedono in parlamento da decenni. Un’evidente incongruenza”.

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