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SICUREZZA

Violenza in corsia: “Più umanità per chi lavora per noi”

Dopo l’aggressione in ospedale i rodigini chiedono tutele per il personale sanitario

Ancora aggressioni al personale sanitario

Di nuovo aggressioni al personale sanitario: è successo, ancora, al pronto soccorso di Rovigo. Nella prima mattinata di domenica 2 marzo, infatti, una donna ben nota al sistema ospedaliero per altri episodi pregressi di aggressioni, registrati sia nel capoluogo che ad Adria, ha reagito con violenza all’invito di una oss di svegliarsi dopo la notte trascorsa nei locali ospedalieri. La donna, che versa in situazioni di grande difficoltà, dopo una serie di urla, avrebbe condotto a terra la lite coinvolgendo la dipendente.

Prognosi di una ventina di giorni per il membro del personale e un rebus ancora di sciogliere per la gestione della sicurezza.


L’episodio riporta in luce il problema delle cosiddette “aggressioni al personale medico-sanitario”: una frase che, in realtà, coinvolge tanti altri casi sparsi non solo in Polesine ma per tutta la regione e in Italia. In Veneto, secondo i dati del ministero della salute, dalle 220 aggressioni registrate nel 2020, si è passati alle 2.229 nel 2023. Un dato sconcertante, se si pensa a come eravamo abituati a considerare e chiamare proprio i medici durante gli anni della pandemia.

Per i rodigini, la situazione si è decisamente capovolta. “Le aggressioni non vanno mai bene, mai, da qualsiasi lato vengano; - commenta Renzo - certo, è anche vero che stiamo attraversando un periodo difficile per la sanità, anche se il Veneto rimane ai primi posti in Italia. Io ho pagato diversi soldi per dovermi curare; i cittadini che hanno poca possibilità economica si trovano in difficoltà. Ci sono momenti in cui la gente, sbagliando, perde la testa, questo però non va mai bene”.
Terenzio aggiunge: “Queste aggressioni non devono avvenire: medici, infermieri e oss fanno di tutto per salvare la gente, non è giusto che vengano trattati così. Ci vuole più sicurezza e qualcuno che controlli chi arriva, specie nei pronto soccorso”.

Anche Rocco sostiene: “Penso che ci vorrebbe più sicurezza e vigilanza per tutto il personale ospedaliero”. Civiltà, tutela e controllo secondo Valentina: “Circa un mese fa, a seguito di uno svenimento nei pressi dell’ospedale, sono andata al pronto soccorso. Con me sono stati gentilissimi, sia umanamente che professionalmente. Ci vuole anche un po’ più umanità da parte di chi va e chiede aiuto”. E conclude: “Dovremmo tutti essere più civili”.

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