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VENETO

Sempre meno bancarelle

Crisi al mercato di Piazza delle Erbe

Il declino del mercato di Piazza delle Erbe

Piazza delle Erbe a Padova, un tempo cuore pulsante del commercio cittadino, sta vivendo un periodo di crisi che sembra non avere fine. Nonostante il recente riconoscimento del Financial Times, che ha inserito questo mercato tra i 38 migliori al mondo, la realtà quotidiana racconta una storia diversa. Lunedì scorso, due dei banchi più grandi, gestiti da Massimo Tiozzo e Massimo Varotto, hanno chiuso i battenti, segnando un ulteriore passo verso il declino di questo storico mercato. La piazza, che ha visto il suo numero di banchi ridursi del 70% dal 2004, è ora abitata da soli 24 venditori.

LE CAUSE

Quali sono le cause di questo declino? Secondo l'assessore al commercio Antonio Bressa, la principale ragione è la concorrenza dei supermercati, che hanno cambiato radicalmente le abitudini dei consumatori. Tuttavia, Patrizio Bertin, presidente dell'Ascom, sottolinea anche le difficoltà logistiche che rendono il mercato meno accessibile: la carenza di parcheggi, l'aumento dei varchi della ZTL e la soppressione del bus-navetta "Pollicino" sono tutti fattori che contribuiscono a rendere il mercato meno attraente.

UN SIMBOLO IN PERICOLO

Piazza delle Erbe non è solo un mercato; è un simbolo della storia e della cultura di Padova. La sua possibile scomparsa rappresenterebbe una perdita significativa per la città.

"È un pezzo della storia di Padova", afferma Bertin, evidenziando l'importanza di preservare questo luogo iconico. Guardando al futuro, la domanda è: cosa si può fare per salvare Piazza delle Erbe? L'assessore Bressa sottolinea gli sforzi già compiuti, come il rinnovamento degli ombrelloni e la riorganizzazione degli spazi, ma è chiaro che serve un approccio più integrato. Potrebbe essere utile considerare modelli di successo di altri mercati nel mondo, come l'Union Square Greenmarket di New York o il Mercat de San Gervasi di Barcellona, che hanno saputo adattarsi ai tempi moderni pur mantenendo la loro identità storica.

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