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Non sale la scala arcobaleno, nota all'alunno

E scoppia la polemica nazionale

La Scala Arcobaleno di Verona: un caso di inclusione o di ribellione giovanile?

A Verona, il 5 marzo 2025, un episodio scolastico ha acceso i riflettori su temi di inclusione e sicurezza, suscitando un acceso dibattito politico e sociale. Un ragazzo di 13 anni ha ricevuto una nota disciplinare per essersi rifiutato di salire la "Scala Arcobaleno", dipinta per celebrare la Giornata nazionale contro l'omofobia. La scala, decorata con parole come "inclusione", "accoglienza" e "non discriminazione", è diventata il simbolo di una controversia che va oltre le mura scolastiche.

Il giovane studente, anziché salire i gradini, ha scelto di arrampicarsi sulla ringhiera, mettendo in pericolo la propria incolumità. La direzione scolastica ha chiarito che la nota disciplinare è stata assegnata non per motivi ideologici, ma per il comportamento rischioso del ragazzo. Tuttavia, il caso è stato portato alla ribalta dal deputato leghista Rossano Sasso, che ha interpretato l'episodio come un'accusa di omofobia nei confronti del ragazzo.

La vicenda ha scatenato reazioni contrastanti. Da un lato, i genitori del ragazzo hanno definito "inaccettabili" le motivazioni della punizione, chiedendo l'intervento del ministro dell'istruzione, Giuseppe Valditara. Dall'altro, il dirigente scolastico regionale Marco Bussetti ha ribadito che la nota era giustificata esclusivamente dal comportamento pericoloso dello studente, senza alcuna connotazione ideologica.

La "Scala Arcobaleno" è stata concepita come un simbolo di inclusione e accettazione, ma l'episodio ha sollevato interrogativi su come tali simboli vengano percepiti e vissuti dai giovani. È possibile che un gesto di ribellione adolescenziale venga interpretato come un atto di resistenza ideologica? E fino a che punto le istituzioni scolastiche devono spingersi per promuovere valori di inclusione senza imporli?


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