VOCE
questura di rovigo
08.03.2025 - 19:47
Basta tacere, basta sopportare, basta giustificare come “troppo amore” comportamenti che con l’amore nulla hanno a che vedere, ma sono reati belli e buoni. E gravi.
E’ questo il senso della grande campagna “Questo non è amore”, ormai lanciata da anni dalla polizia di Stato, per abbattere quel muro che ancora, nel 2025, spesso resiste e dietro il quale si celano tremende situazioni di abuso, maltrattamenti, vessazioni.
Una lotta quotidiana, che vede impegnato tutto il personale della questura di Rovigo, ma, in primo luogo, quello della divisione di polizia Anticrimine, primo e fondamentale argine contro la violenza di genere. Un ufficio di enorme importanza, guidato, nel nostro capoluogo, dal primo dirigente della Polizia di Stato Bruno Zito.
Oggi, sabato 8 marzo, dalle 9 alle 13, in occasione della ricorrenza della Festa della donna, un gazebo della Polizia di Stato è stato allestito in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo per promuovere la campagna di sensibilizzazione della Polizia di Stato “Questo non è amore”.
Al gazebo era presente personale specializzato della Polizia di Stato, che ha fornito informazioni sulle procedure per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere, anche attraverso la distribuzione di opuscoli multilingue. Oltre ad avere la valenza di una campagna informativa, l’iniziativa tende a creare un canale comunicativo diretto con le potenziali vittime cercando di favorire l’emersione del fenomeno della violenza di genere, fornendo loro una corretta informazione sulle misure di tutela esistenti, aiutarle a riconoscere i segnali della sopraffazione, in tutte le sue forme e, soprattutto, ascoltarle e sostenerle nel caso intendessero chiedere aiuto per uscire dalla spirale di violenza.
Nell’occasione, è stato distribuito un opuscolo nel quale sono riportati, oltre ad una serie di statistiche per meglio comprendere il fenomeno, tutti gli strumenti legali a disposizione delle vittime, le strategie della Polizia di Stato contro la violenza di genere, i programmi per i soggetti ammoniti ed una serie di informazioni utili.
Nell’opuscolo erano riportate, altresì, alcune storie, tutte realmente accadute, le quali, ci si augura, possano consentire a chi legge di sentirsi più libero nelle proprie scelte, facendogli conoscere gli strumenti a tutela disponibili.
Tutto questo, appunto, per imparare a riconoscere quando “questo non è amore”. E, una volta capitolo, a non tacere più. Davvero, non è più il momento di farlo. E, per dirla tutta, non lo è mai stato. Mai.```
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