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Fede

"Vicini al Santo Padre e a tutti i nostri anziani"

Al Duomo ieri sera il rosario di preghiera per il Papa, presieduto dal vescovo Pierantonio Pavanello.

"Vicini al Santo Padre e a tutti i nostri anziani"

Pierantonio Pavanello durante la celebrazione di ieri sera.

Una preghiera di comunità per il Papa. Venerdì sera, al Duomo di Rovigo, il vescovo Pierantonio Pavanello ha guidato la celebrazione del rosario per sostenere la guarigione di papa Francesco, da tre settimane ricoverato all’ospedale di Roma.

Durante la celebrazione del rosario, scattata alle 21, il vescovo è intervenuto dicendo che “penso che ciascuno di noi fin dal momento in cui, venerdì 14 febbraio, abbiamo appreso del suo ricovero al policlinico Gemelli, non ha smesso di ricordare nelle sue preghiere Papa Francesco. Questa sera abbiamo dato a questa preghiera anche una dimensione corale, di popolo, ritrovandoci come Chiesa diocesana per affidarlo all’intercessione della Vergine Maria attraverso la preghiera del Rosario”.

Monsignor Pavanello ha spiegato che “purtroppo dopo tre settimane la sua situazione di salute rimane critica, anche a motivo dell’età e delle condizioni generali. Anche il messaggio che ha fatto giungere ieri sera ci attesta la debolezza e la fragilità con cui deve fare i conti. È una debolezza e una fragilità che ce lo fanno sentire particolarmente vicino, accomunato alle sofferenze di tanti nostri anziani che nelle loro abitazioni, nelle case di riposo e negli ospedali si trovano a lottare per la vita con le poche forze che rimangono loro. La preghiera è il modo più bello ed efficace che come cristiani abbiamo per manifestare il nostro affetto e la nostra vicinanza al Papa, rinnovando l’esperienza della Chiesa delle origini che mentre Pietro si trovava in prigione lo sosteneva con la preghiera. Per lui chiediamo il dono dello Spirito, che lo sostenga in questo passaggio doloroso e gli dia la pazienza e la serenità necessarie per affrontare la prova.”

E infine: “Continuiamo a pregare per Papa Francesco e preghiamo anche per la Chiesa perché mettendo da parte divisioni e conflitti sappia essere segno di unità e di riconciliazione in questo momento di grande difficoltà per l’umanità intera”.

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