VOCE
Adria
10.03.2025 - 02:06
Dopo la chiusura causa Covid, proseguita poi nel tempo per motivi tecnico-organizzati, dell’allora museo della Cattedrale inaugurato nel 2015, il polo torna al centro della vita culturale, artistica, diocesana e provinciale partendo innanzitutto dal titolo di cui, d’ora in poi si fregia. “Assurgere il museo della Cattedrale a museo diocesano non è stata una scelta di convenienza - spiega il direttore, nonché curatore, Marco Maran - va ricordato che una parte della collezione e dell’allestimento erano già presenti, c’era però un grande patrimonio da potenziare e migliorare, ma specialmente, da restituire al territorio non più solo come realtà adriese ma bensì provinciale, rivolta a tutta la diocesi”.
I lavori di ristrutturazione del triennio non si sono limitati solamente al dato strutturale ma anzi, hanno implicato l’ampliamento delle raccolte, il reperimento delle risorse per il restauro delle opere, il rinnovamento informativo, multimediale, non ultimi videosorveglianza, allestimenti, luci e pannellature.
Cinquecento metri quadri espositivi, 90 opere esposte, 8 sezioni: il nuovo itinerario di visita prenderà avvio dall’accesso in piazzetta Campanile per proseguire in ciò che rimane dell’antica Cattedrale di San Giovanni. Attraversando le vestigia di quello che, a tutti gli effetti, è stato il centro d’origine della fede in Polesine (la zona ove sorgeva il primitivo Castello di Adria) il visitatore potrà immergersi in un allestimento completamente rinnovato, unico nel panorama dei musei diocesani italiani.
Le collezioni, infatti, divise nelle diverse sezioni (“Il primo cristianesimo” – con la “cripta” o sacello absidato del IX secolo – “le cattedrali”, “il territorio”, “la quadreria” – dal Trecento fino alla contemporaneità, ampliata anche grazie alle opere messe a disposizione dalla collezione personale dell’ingegnere Luciano Zerbinati, “d’oro e d’argento” – i tesori della cattedrale -, “di marmo e di cotto” – con le opere di Michele da Firenze – “di legno e di fuoco” – la galleria delle processioni -, “di seta, di stagno, di carta” - i paramenti, l'organo, l'antifonario cinquecentesco) si snodano nei suggestivi intercapedini che collegano la cattedrale vecchia e l’attuale, in un susseguirsi continuo di sorpresa e scoperta di quanti beni, anche di nomi celebri, sono presenti nel nostro territorio.
Ma, fra tutti, non v’è dubbio: “I pezzi dal valore inestimabile sono senz’altro le due opere del famoso artista quattrocentesco, allievo di Ghiberti, assieme a Donatello, Michele da Firenze: i frammenti dell’altare della Madonna della Vita e la Pala di Raccano” commenta Maran.
Proprio quest’ultima, dal 2005 in deposito a Palazzo Roverella, ha vinto a fine 2023 il Bando nazionale “Restituzioni. XX Edizione”; promosso da banca Intesa San Paolo, aggiudicandosi il restauro e l’esposizione in una prestigiosa mostra a Roma, per tornare poi, tra un anno circa, nel nuovo allestimento. “Diventerà un luogo unico al mondo: avere vicine, che si parlano per la prima volta nella storia, che dialogano, due opere di Michele da Firenze in un museo, perfettamente allestite e curate, è un unicum che sicuramente Adria, la diocesi, il Polesine, potranno vantare a livello nazionale e internazionale”.
Tanti gli enti che hanno contribuito (la Regione Veneto, Fondazione Cariparo, Amei (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) e Smp (Rete Provinciale), altrettanti, i motivi per una visita: “Non è un museo cattolico in senso stretto - conclude Maran - ma un museo proposto dalla diocesi per tutti, aperto a tutti, per far conoscere a tutti la storia della fede, dell’arte, della creatività umana nel nostro territorio”.
Con giovedì 20 alle 17.30 l’inaugurazione e, a seguire, il 21 alle 17.30 in Cattedrale, il concerto dell’orchestra d’archi del conservatorio Buzzolla di Adria che darà il via alla nuova primavera del centro museale. Una vera “epifania” di bellezza, simbolo di una fede che tesse le radici nelle acque del Po e dell’Adige plasmandosi tra la terra di lontani antenati, nei solchi vibranti della storia; della nostra storia.
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