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economia
24.03.2025 - 07:09
Cna e Confartigianato restano prudenti: “Aziende preoccupate per la situazione internazionale”
Secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, l’introduzione dei dazi voluta dall’amministrazione Usa Trump potrebbe penalizzare le esportazioni del Veneto in misura abbastanza contenuta. A differenza del resto del Paese, infatti, la nostra regione presenta una elevata diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri. Pertanto, se dopo l’acciaio, l’alluminio e i loro derivati gli Usa, e a catena altri Paesi nel mondo, decidessero di innalzare le barriere commerciali di altri beni, gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo veneto potrebbero essere modesti, rispetto ai territori dove l’export è fortemente condizionato da pochi settori merceologici. Le regioni meno coinvolte dai dazi parrebbero infatti la Lombardia e il Veneto dove l’export è in calo ed esportiamo soprattutto forni, bruciatori, occhiali e macchinari. Il fatto di avere un export regionale diversificato farebbe in modo che l’influenza dei dazi non intaccherebbe in modo sensibile le nostre esportazioni.
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Il parere delle associazioni di categoria del Polesine è vario. “Se questo studio è stato pensato per tranquillizzare le imprese, ben venga ma speriamo sia davvero così perché attualmente non abbiamo certezze su cosa colpiranno esattamente questi dazi - spiega Matteo Rettore segretario generale della Cna di Padova e Rovigo - Se i dazi colpiranno ad esempio l’acciaio, è chiaro che le nostre imprese saranno poco interessate ma se colpiranno l’agroalimentare il discorso è diverso perché questa è la forza del nostro export in provincia. Le imprese sono molto preoccupate per le attuali questioni internazionali e, di conseguenza, investono meno perché l’incertezza nel futuro non è certo amica del mercato. In questo momento, specialmente nel Nord America, si stanno verificando degli aumenti di prezzo che in qualche modo vanno a snaturare l’organizzazione anche delle nostre imprese, e dire che i dazi non interesseranno le nostre aziende, non è una certezza”.
“Il nostro mercato di riferimento rimane comunque quello europeo ed in particolare quello di Francia e Germania - conclude Rettore - Intanto speriamo che la loro attività economica riprenda positivamente e di conseguenza le relazioni con le nostre imprese”. Meno preoccupato per la questione dei dazi americani il presidente di Confartigianato Rovigo Marco Campion che si dice ottimista sull’andamento dell’export polesano.
“Già da qualche anno le nostre imprese hanno iniziato a diversificare le esportazioni verso paesi dell’Asia, dell’Africa e verso i paesi arabi - spiega Campion - Come molte imprese venete anche le nostre risultano così meno toccate dai dazi del presidente Trump. Soprattutto quelle che lavorano il legno e nel settore del mobile, si sono orientate soprattutto verso i Paesi arabi con le loro esportazioni e questo, sicuramente, risulta positivo in questo particolare momento storico. I dazi saranno sicuramente un problema importante per tutte quelle regioni che lavorano prettamente con gli Stati Uniti mentre per quanto riguarda le nostre, anche se molte di queste stanno spostando l’export verso il Venezuela, il Cile, il Brasile e altri stati sudamericani, sono quelle del settore vinicolo che ha già sofferto molto in quanto fino a poco tempo fa esportavano parecchio sia in Russia che negli Usa”.
Dai dati forniti dalla Cgia, si può notare come l’export veneto sia in calo visto che nel 2024 le vendite all’estero sono calate di circa 1,5 miliardi rispetto ai risultati ottenuti nel 2023 e, anche questo, sommato all’aumento dell’indice di diversificazione del prodotto dell’export, renderebbe meno sensibile il mercato polesano, a eventuali sconvolgimenti nel commercio internazionale dovuto ai tanto preoccupanti dazi imposti dalla nuova amministrazione americana.
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