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LA VOCE DEI PAESI
25.03.2025 - 12:30
Il lungo iter per il villaggio Futur-E e i problemi della pesca: “Tra 10 anni ci sarà lavoro per tutti”
Agricoltura, pesca e turismo. Porto Tolle ha tre anime che caratterizzano un territorio che dialoga con l’Adriatico, ma che a 10 chilometri dalla Romea, è ancora piuttosto isolato. Il sindaco Roberto Pizzoli, nato nella frazione di Polesine Camerini, fa il punto sul presente e il futuro di questa realtà territoriale unica.
Sindaco Pizzoli, come definirebbe in poche parole i cittadini di Porto Tolle?
“Sono cittadini laboriosi, generosi e profondamente legati alle proprie radici. Abbiamo affrontato grandi sfide, dalle alluvioni fino alla trasformazione economica e culturale in corso. Nonostante le difficoltà, la comunità ha sempre saputo reagire e ricostruire, mantenendo saldo il proprio senso di appartenenza”.
C’è la percezione che Porto Tolle sia un territorio isolato nel contesto del Delta. Quanto c'è di vero in questa constatazione?
“Porto Tolle è effettivamente un insieme di isole collegate da quattro punti d’accesso, due via barca e due via terra. Questa caratteristica geografica ha sicuramente influito sulla percezione di isolamento, ma oggi vedo un comune che sta uscendo da questa condizione. Negli ultimi anni abbiamo lavorato per ottenere riconoscimenti che ci rendono una destinazione turistica di rilievo e questo ci ha permesso di stringere nuove collaborazioni e relazioni istituzionali più solide”.
Il Parco del Delta del Po è una risorsa o un vincolo?
“Nel passato ci sono state resistenze da parte della nostra comunità, ma oggi la situazione è cambiata. Io stesso sono vicepresidente del Parco e lavoriamo in sinergia con altri enti. Siamo riusciti a ottenere certificazioni ambientali importanti, dalla Bandiera Blu alla Spiga Verde, dimostrando una forte sensibilità ecologica. C’è ancora del lavoro da fare, ma la strada è quella giusta”.
Il riconoscimento Mab Unesco verrà rinnovato quest’anno dopo dieci anni dal riconoscimento, qualcuno teme, che a causa di insediamenti industriali, non venga rinnovato. Lei cosa ne pensa?
“Credo sia una paura infondata. Anzi, la mia speranza è di allargare il riconoscimento fino a Chioggia. La nostra amministrazione ha lavorato molto sulle certificazioni ambientali e sulla sostenibilità, garantendo standard elevati. Naturalmente, alcune progettazioni come gli impianti di biometano devono essere valutate con attenzione, ma nel complesso vedo un futuro sempre più orientato alla tutela ambientale”.
A che punto è il progetto Futur-E per la riqualificazione dell'ex centrale termoelettrica?
“Dal 2016 è iniziata la trasformazione dell’area, e Porto Tolle è l’unico sito in Italia dove il progetto sta procedendo concretamente. La demolizione della centrale è ormai completata e siamo pronti per la fase di bonifica e variante urbanistica. Si tratta di un processo lungo e complesso, ma finalmente possiamo stabilire un cronoprogramma realistico: tra due o tre anni il nuovo villaggio turistico potrebbe diventare realtà”.
Le infrastrutture saranno adeguate all’aumento del flusso turistico?
“Siamo consapevoli dell’impatto che avrà il progetto Futur-E. Stiamo già monitorando i ponti e studiando strategie per migliorare la viabilità. Il crescente successo delle spiagge di Barricata e Boccasette ha reso evidente la necessità di investire sulle arterie stradali. Questo sarà uno dei punti cruciali della nostra pianificazione futura”.
Come immagina Porto Tolle tra 10 anni?
“Spero in una comunità in cui i giovani possano trovare lavoro senza dover andare altrove. Abbiamo fatto grandi passi avanti anche nella formazione, con un numero crescente di laureati ogni anno. Vorrei vedere un comune ancora vivibile, che riesca a coniugare turismo e qualità della vita, garantendo servizi efficienti a tutti i cittadini. La missione principale di un sindaco è proprio questa: migliorare la qualità della vita della propria comunità”.
Si potrebbe pensare a una fusione tra i sette comuni del Delta per creare una grande città del Delta?
"Porto Tolle da solo rappresenta un settimo della provincia di Rovigo e già ora affronta difficoltà gestionali. L’invecchiamento della popolazione e lo spopolamento delle zone rurali rendono sempre più urgente una riflessione su una possibile unione. Una città del Delta potrebbe diventare un polo strategico, con un peso politico ed economico rilevante, e in grado di competere con realtà simili come la Camargue. Potrebbe non essere una realtà immediata, ma nel lungo termine credo che questa prospettiva diventerà sempre più concreta”.
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