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parco regionale delta del po veneto

Riserva Unesco modello per il futuro

Il direttore del Parco Massaro presenta il progetto Res-Mab, per testare percorsi di sostenibilità

Riserva Unesco modello per il futuro

Il Delta del Po come modello di sostenibilità nel Mediterraneo in risposta alla sfida dei cambiamenti climatici: il direttore del Parco regionale Veneto del Delta del Po Pako Massaro, ha infatti presentato ieri, nella sede del parco a Porto Viro il progetto Res-Mab, volto alla trasformazione delle Riserve della Biosfera in veri e propri “laboratori viventi” per testare e implementare soluzioni innovative in ambito Wefe, acronimo per water, energy, food and ecosystem, ovvero acqua energia, cibo ed ecosistema.

L’obiettivo? “Creare paesaggi più resilienti e capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici attraverso un approccio integrato alla gestione delle risorse naturali”.

Finanziato dalla Fondazione Prima e guidato dal Centro Tecnologico Forestale della Catalogna, il progetto coinvolge istituti di ricerca, agenzie governative e Ong di sette paesi del Mediterraneo: Spagna, Giordania, Francia, Italia, Slovenia, Marocco e Libano. L’intento comune è quello di “migliorare la sicurezza alimentare, ottimizzare la gestione delle risorse idriche ed energetiche, potenziare la biodiversità e promuovere la conservazione degli ecosistemi”.

Un altro obiettivo chiave è il “miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali e vulnerabili, attraverso soluzioni innovative per l'adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici nella regione”.

Pako Massaro ha rimarcato l’importanza della partecipazione a questo progetto, dichiarando: “Il Parco del Delta del Po, come area Mab Unesco, sta partecipando al Res-Mab insieme ai cugini dell’Emilia Romagna. Questo progetto non è solo europeo, ma coinvolge l’intero bacino del Mediterraneo, toccando anche il Nord Africa e il Medio Oriente, con la partecipazione della Giordania e del Libano. Questo ha permesso alla Riserva Mab Unesco del Delta del Po di diventare uno caso pilota per le future Mab Unesco del Mediterraneo."

L’importanza strategica di questo progetto si inserisce in una visione più ampia di sviluppo sostenibile: “Stiamo massimizzando le nostre attività - aggiunge Massaro - per renderle una procedura espandibile a tutto il bacino del Mediterraneo. Le future Mab adotteranno i modelli che noi, insieme agli altri sei partner, stiamo mettendo nero su bianco. Prima è uno strumento europeo che aiuta a categorizzare, mappare e massimizzare le future aree Mab Unesco del Mediterraneo”.

L’idea alla base del progetto è che la sostenibilità non sia più un’opzione, ma una necessità per la competitività economica: “Ormai - nota Massaro - l’economia si basa su situazioni sostenibili. Chi non è sostenibile, prima o poi, uscirà dal mercato. Le Mab Unesco rappresentano il modello di vita per il Mediterraneo e, in prospettiva, per il mondo intero: sarà l’unico modello sostenibile e attivo da qui in avanti”.

Il Parco del Delta del Po si sta impegnando per avvicinarsi sempre più alle persone e al territorio, sfatando l’idea che un’area protetta sia sinonimo di restrizioni e vincoli: “Dobbiamo superare la vecchia convinzione che il Parco sia un ostacolo allo sviluppo. Al contrario, il Parco rappresenta un motore di crescita sostenibile, in grado di valorizzare la qualità del territorio e delle sue risorse naturali”, ribadisce il direttore.

Il progetto Res-Mab rappresenta, dunque, una grande opportunità per il Delta del Po e per l’intero bacino del Mediterraneo, ponendo le basi per una gestione più consapevole e sostenibile delle risorse naturali, nell’interesse delle generazioni presenti e future.

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