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“Creare gli anticorpi contro le mafie”

Il monito di Luisa Pellizzari, i messaggi degli studenti, gli interventi delle autorità

“Creare gli anticorpi contro le mafie”

“I giovani non c’erano in quel periodo in cui le mafie attaccavano quasi militarmente lo Stato. È necessario che loro sappiano e che noi raccontiamo a loro quei momenti, quelle storie. Tutto può tornare, noi dobbiamo essere vigili, attenti, perché quel periodo non si ripresenti mai più”. Sono state queste le parole di Maria Luisa Pellizzari, già prima donna vicecapo vicario della polizia (nel team di cattura di alcuni dei più noti latitanti mafiosi, quali Leoluca Bagarella) ospite della decima edizione della Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, rivolta verso i 600 studenti presenti, insieme ai loro insegnanti e i rappresentanti delle forze dell’ordine, provenienti dalle scuole superiori di tutto il Veneto.

Sono stati loro a far riecheggiare, nella sala Bisaglia del Censer di Rovigo, i nomi, i volti, le voci di chi ha perso la vita, di chi se l’è vista spezzata davanti a colpi di pistola e attentati. Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe Faba, Giuseppe Montalto, Rita Atria Puglisi, don Pino Puglisi, tra i nomi più noti ma anche Cristina Pavese, 22 anni di Conegliano, travolta in treno dalla mafia del Brenta, e ancora, Silvano Franzolin, originario di Pettorazza Grimani, perito nella “Strage della circonvallazione”.

La giornata, promossa dalla Regione e realizzata da Avviso pubblico in collaborazione con Libera Veneto e il patrocinio del Comune di Rovigo, ha portato alla visione di tutti i risultati del percorso didattico-educativo svolto dalle 12 scuole partecipanti, tra le quali, per il rodigino, l’istituto tecnico economico tecnologico “Edmondo De Amicis”. Video, podcast, musica, poesie e powerpoint realizzati dagli studenti si sono alternati durante il corso dell’evento, offrendo retrospettive, interviste ai famigliari delle vittime e, più di tutte, un’occasione di consapevolezza e crescita per i ragazzi stessi.

A condurre la mattinata, Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, che ha introdotto le tante autorità in sala. Tra queste, Franca Tancredi, prefetto di Rovigo, ha sottolineato: “Quello che è fondamentale è la sensibilizzazione dei ragazzi. Mai stancarsi di parlare di legalità”, seguita dal procuratore di Rovigo Manuela Fasolato e dal questore Eugenio Vomiero. “Oggi siamo orgogliosi di ospitare questa iniziativa qui. Questa tematica che non è solo da ricordare, bisogna ancora lavorare molto” ha annotato Valeria Cittadin, sindaco del capoluogo, insieme all’urgenza di una cultura di legalità evidenziata da Gaetano Grandi, di Avviso Pubblico, e Enrico Moro, referente di Libera Rovigo. A riecheggiare tra i contributi dei giovani, anche il conferimento del Premio legalità e sicurezza 2025: a riceverlo, anche Antonio Candigliota, agente di polizia in servizio alla questura di Rovigo, Christian Greggio, viceispettore nel capoluogo e Leonardo D’Avolio, luogotenente delle Fiamme gialle in servizio a Occhiobello. Dopo il saluto di Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, l’assessore Cristiano Corazzari ha aggiunto, rivolto agli studenti: “Con il costante diffondersi anche di una visone fuorviante data dalle serie televisive in cui la forza bruta sembra essere l’unico modo per crescere nella vita, creiamo anticorpi contro questa filosofia malata per realizzare un tessuto culturale di consapevolezza e legalità”.

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