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Ecoambiente, il Comune dice no

Sindaco: “Progetto non più sostenibile, salirebbero le bollette. I favorevoli? Lo facciano nel loro paese”

Ecoambiente, il Comune dice no

Il Comune di Rovigo ha detto no all’impianto per la produzione di biometano progettato da Ecoambiente a Sarzano. Dopo mesi di dubbi, perplessità e incertezze, venerdì la giunta guidata dal sindaco Valeria Cittadin ha preso posizione in modo ufficiale contro il progetto da oltre 20 milioni di euro di cui 12 da fondi Pnrr che dovrebbe essere alimentato a Forsu, cioè con la frazione organica dei rifiuti solidi urbani per 50mila tonnellate l’anno prodotti dai cittadini polesani e che dovrebbe essere realizzato da Ecoambiente, la società di proprietà di tutti i Comuni (con Rovigo che detiene il 51% delle quote) che gestisce in house il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti della provincia.

“Siccome mi interessano le bollette a carico dei cittadini - spiega Cittadin - oggi (ieri, ndr) ho fatto una delibera di giunta, ossia un atto di indirizzo che è stato approvato all’unanimità alla presenza di tutti gli assessori, con il quale abbiamo espresso la nostra contrarietà all’impianto. Adesso, il prossimo passo, sarà quello di inviare la delibera ad Ecoambiente, al Consiglio di bacino e alla Provincia”.

Un no più forte e chiaro di così, insomma, non poteva arrivare dal socio di maggioranza di Ecoambiente, dopo mesi di discussioni e polemiche dentro e fuori palazzo Nodari. Ed arriva pochissimi giorni prima dell’esito della commissione Via provinciale atteso per lunedì. L’organismo tecnico è chiamato infatti pronunciarsi sull’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto dopo aver ricevuto i pareri di tutti gli enti che ne fanno parte. Tra questi c’è lo stesso Comune di Rovigo che, sotto il profilo prettamente tecnico, ha espresso un parere scritto positivo all’impianto, seppure con alcune prescrizioni.

Ad ogni modo, la decisione politica di Cittadin di opporsi alla centrale a biometano formalizzata venerdì fa seguito a una riunione di area tra tutti i sindaci di centrodestra che si è tenuta giovedì pomeriggio. “Nel corso del vertice - racconta il sindaco - ho presentato ai colleghi sindaci il risultato della due diligence commissionata da Ecoambiente su richiesta del Comune di Rovigo”. Per essere chiari, la due diligence è un processo di indagine e analisi approfondita che si svolge prima di un accordo o di un investimento, per valutare la convenienza e i rischi dell'operazione. Da questa analisi “è emerso che il piano economico finanziario stilato da Ecoambiente per la costruzione dell’impianto è superato - prosegue Cittadin - e, di conseguenza, sicuramente ci sarebbero degli sforamenti di costi rispetto a quanto ipotizzato nel 2020. E’ dunque facile pensare che non possa reggere adesso quello che è stato deciso cinque anni fa, essendoci stato anche il Covid nel frattempo. Tutto questo, quindi, si rifletterebbe sulle tariffe a carico dei cittadini. E siccome ho sempre detto che per me la cosa più importante sono le bollette, ho espresso una posizione di contrarietà al fatto di procedere con la costruzione dell’impianto”.

C’è anche un altro aspetto che potrebbe pesare sulle tariffe che il sindaco rileva: “La questione è ancora più spinosa - aggiunge ancora Cittadin - se pensiamo che l’impianto, che non è ancora stato approvato perché va in discussione alla commissione Via lunedì, per quanto efficiente sia la macchina amministrativa, partirebbe, se tutto va bene, a maggio. Dunque non ci sono i tempi per portare a termine un impianto da 20 milioni e poi l’investimento non sarebbe di 20 milioni visto il tanto tempo passato dalla compilazione del Pef. Tra l’altro l’impianto sarebbe inutile perché la Regione, nel proprio piano regionale afferma che non c’è bisogno di impianti di questo tipo fino al 2030 perché in Veneto c’è l’autosufficienza all’80%”.

In conclusione, il sindaco sferra l’affondo: “E’ chiaro che Rovigo non è da solo a decidere ma io nel mio territorio questo impianto non lo voglio. Abbiamo già quello di Eni e la centrale a biometano, tanto contestata, autorizzata dalla Regione. Non vedo perché si debba fare anche questo. E a chi dei sindaci del centrosinistra mi ha detto che sono arrogante rispondo: dato che il terreno sul quale costruirlo non è ancora stato comprato, se lo faccia nel suo Comune se ci tiene tanto”.

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