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LA PROPOSTA

Il Pd: “Un comitato che controlli”

E' l'idea lanciata dal Partito democratico

Il Pd: “Un comitato che controlli”

Un “Comitato di controllo degli impianti di biometano di Rovigo”: questa è la proposta “dem”, formulata ieri da Lucia Pollato, avvocato e responsabile Ambiente e Giustizia del Pd di Rovigo, insieme ai consiglieri Diego Crivellari e Palmiro Franco Tosini, che ne chiederanno l’istituzione presentando un’apposita mozione in consiglio comunale.

Una proposta che arriva nel solco delle proteste contro l’impianto di produzione di biometano Apis Ro1 autorizzato dalla Regione a Sarzano, con il quale, ha ribadito Pollato, “il Pd si è schierato con la comunità di Sarzano con un no incondizionato”. E, per questo, ha anche commissionato “una consulenza al docente universitario emerito di biologia Gianni Tamino che contiene elementi tecnici che portano a una contrarietà netta sotto vari profili: le emissione di inquinanti e odorigene, in particolare di zolfo e ammoniaca, sulle quali la relazione dei proponenti non risponderebbe ai requisiti previsti per un impianto di digestione anaerobica, ma anche perché non vantaggiosa dal punto di vista dell’economia circolare. Oltre al rischio di esplosioni e incendi. Un impianto impattante senza alcun vantaggio economico per il territorio”. Poi, il passaggio: “spiace dirlo è una situazione che ci troviamo ad affrontare solo ora anche per l’attendismo della precedente amministrazione”.

Crivellari ha rimarcato come “lo studio del professor Tamino conferma purtroppo i timori dei comitati, ma anche di tanti semplici cittadini. Quello che noi proponiamo è un organismo di verifica e di garanzia, competente per il controllo degli impianti a biometano, incluso quello, nel malaugurato caso si realizzasse, di Sarzano”. Sul no del Comune di Rovigo al progetto di Ecoambiente, Crivellari mostra tutta la propria perplessità: “Un no sconcertante. Si sono mescolate le mele con le pere. Quella di Ecoambiente è un’iniziativa pubblica che doveva servire a rendere autosufficiente con ricadute economiche positive per il Polesine e al servizio del territorio: esattamente il contrario di quello che viene proposto da privati. Un no pesantissimo, che contribuisce a spingere l’impianto al quale siamo, anzi, contrari”.

Da parte sua Tosini, da avvocato, si è detto perplesso sui possibili esiti del ricorso al Presidente della Repubblica per fermare l’impianto Apis Ro1, “per modalità e tempistiche, diverso sarebbe stato un ricorso al Tar con una sospensiva”. Poi, ha sottolineato come la proposta del Comitato, che dovrebbe essere composto da sindaco o un suo delegato, due consiglieri comunali di cui uno designato dalla minoranza, un rappresentante appartenente al mondo delle attività produttive, un rappresentante delle categorie agricole e un rappresentante per ciascuno dei Comuni locali limitrofi, scelto tra le designazioni dei Comitati, sia “

“Una proposta concreta che serve da garanzia oltre il caso specifico anche per il futuro: è l’ultima occasione per questa amministrazione di apparire democratica, accogliendo il nostro suggerimento, perché mai ha ascoltato le istanze della minoranza”. Poi ha rimarcato come Apis Ro1 “è una società con capitale sociale di 10mila euro, assolutamente inadeguato a fare fronte a eventuali responsabilità, che, come altre, viene in Polesine vedendolo come une terra di conquista, perché qui i terreni costano poco”.

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