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Il corso

I disoccupati a teatro

Varato il progetto di Enaip per la formazione professionale al laboratorio scenico di S.Apollinare

I disoccupati a teatro

Un corso di formazione per disoccupati al laboratorio scenico del Teatro Sociale di Sant’Apollinare. La proposta nasce dall’adesione del Comune al progetto proposto da Enaip Veneto, ente finanziato dalla Regione che si occupa di formazione professionale. E questo progetto, che nello specifico è denominato “Work experience. Un’esperienza su misura”, non fa eccezione. Nei giorni scorsi, la giunta guidata dal sindaco Valeria Cittadin ha approvato un apposito atto di indirizzo nel quale si chiarisce che “l’iniziativa ‘Work experience’, consolidata negli anni, a partire dal 2012, rappresenta un importante strumento per rafforzare i profili professionali dei disoccupati ai fini di un primo o nuovo ingresso nel mercato del lavoro, attraverso un’offerta formativa in linea con le specifiche e reali esigenze delle imprese del territorio”. Inoltre, il documento chiarisce che i destinatari dell’intervento sono “disoccupati residenti o domiciliati in Veneto di età superiore ai 18 anni, i quali potranno accedere in forma gratuita al percorso formativo finanziato dalla Regione”. La proposta di inserire le persone disoccupate nel laboratorio scenico del Teatro Sociale arriva da Enaip. Il percorso di formazione professionale ha una durata di otto ore complessive “da tenersi presso il laboratorio teatrale in un’unica giornata con data da concordare con gli uffici del Teatro Sociale”. Il corso si suddividerà in attività di bootcamp e teatro d'impresa, ognuna della durata di quattro ore. Il personale tecnico del Sociale assisterà alle attività che hanno l’obiettivo di favorire “l’apprendimento delle nozioni inerenti la professione di tecnico teatrale”. Il laboratorio di scenografia del Sociale è un gioiello nel gioiello nel quale i tecnici del Sociale costruiscono scene, attrezzeria delle opere che si allestiscono sul prestigioso palcoscenico. Tanti i nomi formati alla scuola rodigina che ha, alle spalle, una tradizione lunga duecento anni e rinvigorita dallo scenografo, regista e pittore rodigino Gabbris Ferrari che ne fu per anni il cuore pulsante.

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