Cerca

rovigo

E' allarme calo demografico

“Servono servizi per famiglie e giovani”

E' allarme calo demografico

Pensioni più basse e popolazione che diminuisce. E’ la condizione del Polesine. In Polesine, e a Rovigo, si è sempre di meno. A rivelarlo sono i dati dell’aggiornamento della popolazione di Istat. Nel corso del 2024, infatti, la provincia di Rovigo ha perso altri 400 abitanti e il capoluogo è sceso sotto la soglia dei 50 mila, arrancando alla cifra di 49.976. Persi, di fatto, 114 residenti; un calo che riapre una ferita presente e sanguinante, se si si pensa che, nel 2017, Rovigo contava ben 51.149 abitanti.

Coinvolgendo gran parte del territorio, il calo, tuttavia, lascia spazio a una ripresa: Adria risale di 257 residenti e Calto detiene il podio di comune rimasto “illeso” dal trend. Porto Tolle perde 159 residenti nel giro di un’annualità.

La cartografia della popolazione polesana, a macchia di leopardo intaccata dal calo (seppur non raggiunga i livelli di quello targato 2023, rimane comunque indicativo) non lascia indifferenti i rodigini. Per la città capoluogo, evidenziano alcune strategie utili per almeno cercare di contrastare il fenomeno nazionale. Tra i primi complici della scivolata demografica, senza dubbio la bassa natalità, unita alle poche possibilità di crescita per la fascia giovanile. “Mancano sicuramente più centri di aggraziane per i ragazzi, per socializzare insieme e anche degli aiuti alle famiglie per far sì che restino più concentrate nella zona” dice Gaia.

“La tendenza è generale. A Rovigo, il tessuto, sotto il profilo economico-sociale, è più fragile di altre realtà italiane - commenta Franco - per cui, implementare un intervento sul sociale potrebbe essere auspicabile. Anche se non risolutivo, potrebbe comunque aiutare”.

Guardando ai vari fattori causa dell’andamento in negativo, Maria Lodovica aggiunge: “Secondo me bisognerebbe investire maggiormente nei servizi alle famiglie: asili nido, scuole elementari, sarebbero fondamentali per dare una mano a quei genitori che lavorano entrambi. Naturalmente, unito a questo, bisognerebbe a livello economico aiutare le fasce deboli in modo che possano avere la possibilità di avere e progettare un futuro in zona”. Ma, tra le tante proposte, per Paolo, nonostante tutto, Rovigo ha e può aver un piede giusto per rimontare: “Si potrebbe innanzitutto centralizzare le attività dalla periferia al centro città. Le attività ci sono, sono in crescita”. Conclude: “Sono ottimista: vedo una città che offre delle possibilità. La centralizzazione secondo me è fondamentale”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400