VOCE
la tragedia di Giulia
08.04.2025 - 18:50
Sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale, lo scorso dicembre, in un'aula gremita di tensione e aspettative, la Corte d'Assise di Venezia ha emesso una sentenza che ha fatto discutere l'opinione pubblica: Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, ma senza l'aggravante della crudeltà. Un caso che ha scosso profondamente la comunità, sollevando interrogativi sulla natura della violenza e sulla giustizia per le vittime.
La Corte ha stabilito che, nonostante le 75 coltellate inferte, non si possa concludere "al di là di ogni ragionevole dubbio" che Turetta volesse infliggere sofferenze gratuite e aggiuntive a Giulia. Secondo i giudici, l'atto non è stato un modo per crudelmente infierire, ma piuttosto una conseguenza dell'inesperienza e della inabilità dell'imputato. Questa decisione ha sollevato un dibattito acceso, mettendo in luce le complessità nel valutare la crudeltà in contesti di violenza estrema.
Un altro elemento chiave della sentenza è stata l'esclusione del reato di stalking. La Corte ha riconosciuto che le azioni di Turetta avessero un carattere persecutorio, ma ha sottolineato che l'aggravante contestata era circoscritta a un periodo specifico, "in prossimità e a seguito del termine della relazione". Inoltre, le indagini e le testimonianze dei familiari e delle persone vicine a Giulia non hanno evidenziato un grave stato di ansia o paura per la sua incolumità, come confermato anche dal padre della vittima, Gino Cecchettin.
Nonostante l'esclusione delle aggravanti, la Corte ha condannato Turetta all'ergastolo senza attenuanti generiche, sottolineando l'efferatezza dell'azione e i motivi abietti che l'hanno generata. La sentenza ha evidenziato come l'omicidio sia stato dettato da un'intolleranza per la libertà di autodeterminazione di Giulia, una giovane donna che Turetta non accettava nelle sue scelte di vita. La Corte ha anche riconosciuto il reato di sequestro di persona, poiché Giulia non è salita volontariamente nell'auto di Turetta.
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