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L'evento

Il dono che può dare nuova vita

Al Sociale musiche di Morricone e testimonianze di chi è stato salvato grazie ai trapianti nella grande serata organizzata dall'Aido.

“Io sono qui perché il trapianto è vita”: basterebbe questa frase, risuonata tra i palchi del teatro Sociale venerdì sera, per riassumere le emozioni veicolate in parole e musica, fra lacrime e commozione, nell’evento “Con il cuore si può … una seconda possibilità”, serata concerto e testimonianze organizzata da Aido Veneto e Aido provinciale Rovigo, in collaborazione con il Comune e con il sostegno di Banca Veneto Centrale filiale di Rovigo 2.

In occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, anche Rovigo è stata protagonista del dono, in tutte le sue forme, in tutti i modi in cui amare significa donare e diventare donatori. Ed ecco che, intervallate dai brani dell’Orchestra sinfonica del Veneto, diretta dal maestro Stefano Romani, e del tenore Cristian Ricci, le esperienze di vita di chi, in prima persona, sulla propria pelle o su quella di figli, amici e parenti, ha capito l’importanza salvifica di un “” che costa trenta secondi ma che può donare trent’anni di vita in più a chi è in lista d’attesa, come ha sottolineato Flavia Petrin, presidente Nazionale dell’Aido.

L’amore non è ciò che ti aspetti di ricevere, ma la vita che sei disposto a donare. La sua generosità di donatore ha ridato il sorriso a molte persone” ha spiegato Fausta Tocchio, mamma di Jacopo, scomparso a 21 anni per un attacco di asma fulminante, prima di morire aveva dichiarato di voler donare gli organi. E ancora, l’esperienza di Mirko Bernardinello, dal quale è nata l’idea della serata: “Nel 2020 entrai nella lista trapianto, dopo due anni venni chiamato per il primo trapianto a cuore fermo eseguito in Italia. Da lì ho ricominciato una nuova vita.”

La colonna sonora, con le musiche intramontabili di Ennio Morricone, cullate da un ensemble di archi che sembrava quasi cantare, ha condotto anche all’esperienza di Barbara Perpenti. In dialisi, ha ricevuto l’organo dalla madre nel 2015: “Mamma è la parola della mia vita: sono nata da lei, sono ri-nata grazie al suo rene, lo sono diventata a mia volta.” Commozione e ricordo anche per la storia del marito scomparso di Marika Bellunato, anch’egli donatore.

Tra le istituzioni presenti, oltre al sindaco Valeria Cittadin e l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, il senatore Luca De Carlo, l’assessore regionale Cristiano Corazzari, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese. Inoltre Gino Gerosa, luminare di fama mondiale, da pochi giorni insignito da Mattarella della medaglia d’oro al valore medico. A concludere l’evento, sulle note di “Mattinata”, tante piccoli luci accese, come i cuori, i reni, i tessuti, gli organi che oggi battono, non da soli ma in due, grazie a chi ha detto al dono.

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